Barbareschi: "Il canone? Va raddoppiato"
Torna stasera su Raidue per vestire i panni del commissario Soneri, l'attore, produttore e deputato Pdl Luca Barbareschi. E lo fa con la terza serie di «Nebbie e Delitti». Stavolta le atmosfere nebbiose sono quelle di Torino, però la compagna del commissario è sempre Angela (Natasha Stefanenko). Ma Soneri ora avrà a che fare anche con la dottoressa del Pronto Soccorso (Anna Valle) e con la piccola Immacolata (Celeste Cuppone), ragazzina scappata di casa che elegge Soneri genitore adottivo. Mentre la detective story tocca temi scottanti, tra razzismo, pedofilia, traffico d'armi e organi, Barbareschi punta il dito su una Rai da rifare. Cosa pensa della battaglia di Feltri contro il canone Rai? «È una campagna faziosa, il canone andrebbe raddoppiato e la Rai sarebbe allora migliore: con criteri meritocratici e non di clientela, per razionalizzare i costi che non vuol dire tagliare i prodotti. Ma fare meno format di scarso valore culturale e togliere il potere alle multinazionali dell'intrattenimento, che si prendono i soldi e non sono italiane. Alla Rai ci sono molte competenze, ma regna il Cencelli, non la creatività». Per «Nebbie e delitti» ha rinunciato al cachet di attore per evitare il conflitto d'interessi con il suo ruolo di parlamentare? «Non c'è conflitto d'interesse e l'Autorità mi ha dato ragione: è stato un dispetto di un collega di partito. Bisogna sempre guardarsi dal fuoco amico. Riguardo alla fiction, farò una denuncia alla Corte dei Conti per vedere se ci sono illeciti nell'assegnazione dei progetti. Nel piano 2010 non c'è alcun progetto mio, eppure ne ho presentati tanti. Da "Nero Wolf" a "Buscaglione" e "Balbo". Mentre c'è un alto dirigente uscito dalla Rai che aveva lavorato in una grossa società di produzione e che ora è tornato in Rai: occorre sapere quanti progetti di quella società o di altre politicamente simili sono in cantiere». E dei casi Santoro e Travaglio che opinione si è fatto? «Li hanno fatti diventare degli eroi con i soldi del canone. Io sono da sempre un personaggio scomodo: sono stato epurato da Mediaset e non vado in una diretta da più di 10 anni, dopo che nel "Guastafeste" esortai gli italiani a non pagare l'eurotassa. Ma nessuno mi ha mai difeso. Se in Usa Letterman dicesse cose fuori dal copione concordato con l'editore verrebbe licenziato. Troppo facile fare i gay con il fondoschiena degli altri: dicono ciò che vogliono senza rischi, con la protezione Rai e guadagnando tanti soldi. Allora si facessero un canale satellitare tutto loro». Contrariato per i tagli al Fus? «Come politico mi sono impegnato e ho recuperato 30 milioni per ogni testicolo di Tremonti, come disse Berlusconi stesso. Mentre certi miei colleghi non fanno nemmeno un giorno di sciopero, hanno le ville a Capalbio e si arrogano la palma della vittoria». Come valuta la sua esperienza politica? «Frustrante».