Quando un uomo giocava a dadi con Dio

Perchésa scovare e raccontare la notizia, perché all'affanno un po' volgare dell'attualità strappa dettagli curiosi che hanno a che fare col respiro del tempo, perché, se incontra il «personaggio», infila domande che scomodano opere, giorni e dintorni, e il «dintorno» come il «dettaglio» è quel che fa la differenza. Attenzione, partendo dai «dove», «quando», «come», «perché» d'obbligo, senza truffa né fuffa. Quindi, in questo libro su Roberto Vecchioni «L'uomo che si gioca il cielo a dadi» (Aliberti, pp.156), c'è quello che ci deve essere. Vecchioni che insegna, Vecchioni che canta, Vecchioni che ama. E che pensa. Già, il senso della vita e della morte. Con le domande «chi è Dio? che vuole da me? perché sono qui? perché me ne andrò là (già, l'al di là nel chissà dove…)?», che urgono e affliggono, bussano e tempestano. Da che «parte» dell'Ineffabile sta Roberto? Da quale parte, accanto a «quale» Dio? Si definisce cristiano ma fuori dal dogma e dalla Chiesa, parla della ragione e della fede, del male e del dolore, del Caso e dei miracoli. È in pace «con un sacco di cose», grato di aver avuto una vita bellissima e sette- otto donne splendide: e, oggi, una compagna «meravigliosa» e figli «unici». Roberto, l'Appagato? Già, poi però, insieme ad Orsucci, ti arrampichi nel tempo, di canzone in canzone, da un Roberto all'altro, complici e conflittuali, e trovi la presenza-assenza, gli interrogativi lancinanti e le risposte non date, l'inquietudine e il silenzio, la domanda di svelamento e la lontananza. Però anche la fede che cresce attraverso il dolore. Vecchioni ha sofferto. E prega: «Prego, sì prego. Dico l'Ave Maria, il Credo, il Pater Noster. Con Dio si può parlare ovunque, in chiesa, per strada». Ci si può anche «giocare»? Una domanda tra l'ironico e l'abissale, lieve come un macigno. È da lì che parte Vecchioni, nel 1973, a San Remo, con la canzone «L'uomo che si gioca il cielo a dadi». Parte da lì, probabilmente è lì che deve tornare. A suo padre e a «quel» Padre. «E quando sarà l'ora di partire, vecchio mio, scommetto che ti giochi il cielo a dadi anche con Dio, e accetterà, lo giuro, perché in cielo, dove sta, se non ti rassomiglia, che ci fa?».