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La moda nel castello

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Un abito-scultura di Capucci

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Quando ti pare d'aver già vissuto un'emozione troppo intensa, il sole che tramonta sul lago, gli alberi e l'edera che già virano nei colori caldi dell'autunno, una vista mozzafiato, sei solo all'inizio di un percorso che fa bene all'anima. Sei nel cuore del Castello affacciato sul lago di Bracciano che ancora oggi è il sogno più grande di qualsiasi giovane ragazza che voglia prender marito. Nelle sale dei principi Odescalchi dove hanno banchettato da Tyrone Power con Linda Christian, sino a Eros Ramazzotti con Michelle Hunziker e Tom Cruise con Katie Holmes, a emozionare davvero ora c'è Roberto Capucci con le sue creazioni di stoffa riunite nella mostra "Sovrana eleganza" (aperta al pubblico sino al 13 dicembre). Nelle sale dell'antico maniero, tra dipinti, armature, arazzi e mobili, vivono gli abiti scultura che già Christian Dior negli anni Cinquanta definì la migliore espressione dell'alta moda italiana. Il lungo abito di velluto datato 1986 indossato da Rita Levi Montalcini durante la cerimonia per la consegna del premio Nobel per la Medicina accoglie i visitatori e li immerge subito nel mondo capucciano. Ecco il costume nero indossato da Raina Kabaivanska a Trieste nel '91 per la rappresentazione della Vedova Allegra: il davanti tutto ricamato di perline, il dietro che si apre in volute di plissè. Ed è ancora plissè in tutte le sue possibili declinazioni nelle creazioni multicolori: aperto a ventaglio, intrecciato a fiocco, modellato quasi fosse una farfalla, trasformato in "scatola" (una di quelle magie di tessuto che hanno reso lo stilista famoso nel mondo). Nella sala delle Armi, contrapposti ai guerrieri romantici abiti da sposa, tra i quali svetta quello rosso realizzato proprio quest'anno per il Museo Fortuny di Venezia, e quello rosa con grande mantello porpora ispirato al Tiepolo che fu realizzato per l'ultima sfilata di Capucci a Berlino nel '92. E poi una sala tutta dedicata al rosso e un'altra all'oro, raffinatissimo. E ancora i divertentissimi bozzetti teatrali, 25, inediti. Pennella colore, il couturier. E non deve farlo per forza per vestire e vendere. Lontani i tempi delle sfilate ("non mi affascina più, non ne ho più voglia" spiega Capucci), ora è il tempo dell'arte, delle esposizioni in giro per il mondo, attraverso la Fondazione Capucci, per far vedere ai giovani e agli appassionati come si costruisce un abito di haute couture. "Questa non è moda - dice Maria Pace Odescalchi, che ha fortemente voluto la mostra nel suo castello - questa è arte, Capucci è uno scultore che usa la stoffa per le sue creazioni". "Le sfilate durano 40 minuti, una mostra 3 mesi", ama ricordare il couturier. Se le nostre istituzioni locali lo ascoltassero, forse finalmente il Museo della moda a Roma si trasformerebbe da splendido sogno a realtà.

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