Omaggio a De Santis, maestro italiano
Consaggi, con libri e, da qualche anno, in linea con la sua felice attività di documentarista, con dei documentari indirizzati ad illustrare personalità tra le più note del nostro cinema, come Visconti, Rossellini, Zavattini. Adesso eccolo affrontare la vita, i film, le tematiche di un autore come Peppe De Santis, grazie al quale prima cominciò la sua vicenda di critico, poi come regista al suo fianco, presto anche come sceneggiatore. Tre linee fondamentali: degli incontri con De Santis a Fondi dov'era nato e dove chiuse i suoi giorni alla fine dei Novanta; delle conversazioni-interviste con attori, tecnici, familiari che hanno seguito da vicino i suoi percorsi professionali e privati; delle pagine dei suoi film più noti, scelte con cura e, come sempre in Lizzani, con intenzioni critiche puntuali e precise. Ogni linea si interseca con l'altra, recandovi contributi che poi a sua volta riceve. Il risultato, prestissimo, è la rievocazione dal vivo, e sempre documentata, di un personaggio che, dalla giovinezza agli ultimi giorni, ci si presenta anche nelle sue sfaccettature più riposte. È l'adesione iniziale al Neorealismo, ma - prima - la collaborazione fecondissima con il giovane Visconti di "Ossessione", l'attaccamento alla terra, ai contadini, a certi modi di vita (direttamente ispirati da Fondi), l'impegno politico per opporsi ai guasti della società di quegli anni, ma anche la cifra del suo linguaggio, il segreto del suo stile con la figura in primo piano che poi si sublimava nell'abbraccio corale. Non dimenticando il peso dato alla donna, non come omaggio vuoto al divismo, ma come ricerca di valori essenziali testimoniati da volti come quelli di Silvana Mangano, di Marina Vlady, di Silvana Pampanini, di Lucia Bosè. Mentre, a ulteriore commento critici di vaglia come Steve Della Casa e Jean A. Gili precisano i temi e la lingua di quei film che hanno fatto entrare De Santis nella storia del cinema. Una lezione profonda. Estetica e umana. Controcampo Italiano. Eventi