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Isa Bellini, cantante attrice doppiatrice...

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Ilsuo vero nome d'arte? «Isabella Calò, un cognome di origine ebraica abbandonato in epoca di leggi razziali». Dove è nata? «A Mantova. Mamma lombarda casalinga, papà pugliese: dirigeva una fabbrica di laterizi. Avevo un fratello». Un'infanzia... «Un po' tormentata. Emigrazione con la famiglia in Francia sulla Costa Azzurra. Papà continua la sua attività nonostante i francesi non ci amassero. Un bel ricordo del periodo trascorso in Costa Azzurra». Quando ha scoperto la sua voce? «Avevo una bella voce, sognavo di fare la cantante e anche l'attrice. Duettavo con mio papà che aveva una voce baritonale. Comunque a tredici anni comincio a lavorare come commessa in un negozio ma frequento il conservatorio e suono il violino». E poi... «Torno in Italia con la mia famiglia e continuo a lavorare come commessa ma non avevo dubbi sul mio futuro di artista ed infatti era il gennaio 1944 fui arruolata tra le file dei cantanti Eliar come solista e come componente di un trio il trio primavera con Thea Prandi e Wilma Mangini in un film "L'allegro fantasma" con il grande Totò». Arrivò il successo... «Con l'esperienza del palcoscenico negli anni Cinquanta divenni una delle più popolari vedette dei microfoni. Conobbi Mike Bongiorno e con lui fui presentatrice e animatrice anche con Lelio Luttazzi». E la televisione arrivò... «Sì, esordio televisivo nel 1954 con un programma di Gorni Kramer e Lelio Luttazzi "Italia, nati per la musica"». Ed all'improvviso lasciò la sua attività professionale, perché? «Cominciai a diradare le mie presenze in radio sino alla vita privata. Incontrai l'uomo della mia vita, un ingegnere che divenne mio marito. Mi dedicai solo al doppiaggio. Un matrimonio perfetto». Ed ora? «Più di cinque anni fa ho perso mio marito». Ed ha ripreso... «Sì, ho ripreso a recitare, ora non ho che questo. Provo benessere e felicità quando salgo su di un palco. Sono a casa. Ho trovato un'altra vera ragione della mia vita».

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