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MONTALDO RACCONTA CUBA VENEZIA Giuliano Montaldo è di certo una delle figure più rappresentative e di prestigio del cinema italiano.

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Edi recente quei "Demoni di San Pietroburgo" che ricostruiva con sapienza il dilemma di Dostoevskij di fronte alle rivolte giovanili di fine Ottocento le cui esasperazioni temeva di aver fomentato con i suoi romanzi. Oggi eccolo, con "L'oro di Cuba", affrontare un genere che non aveva ancora visitato, il documentario, legandolo però, con persone-personaggi, a quelle cronache dal vivo che tanta parte avevano già avuto nel suo cinema. L'occasione gliel'ha offerta il cinquantesimo anniversario della rivoluzione di Fidel Castro, così è andato a Cuba e ha cercato di esplorare il modo di vivere e un po' anche di pensare non solo di tanti esponenti delle istituzioni e della società, ma anche della gente nelle case e nelle strade. Molti, specie a livello delle figure più istituzionali, sottolineano soprattutto i successi ottenuti nei propri settori, la medicina l'istruzione, la musica, l'insegnamento del cinema, anche con incontri con registi come Tomás Gutiérrez Alea il cui "Fragola e cioccolato" stupì per l'accento sul tema della omosessualità sgradito negli ambienti ufficiali cubani. In questi ambienti Montaldo incontra anche la figlia di Raoul Castro che, anziché ottimismi di facciata, esprime auspici di miglioramento per molte situazioni. Già da annotare, dopo il viaggio di Giovanni Paolo II, nell'ambito della religione, argomento, prima di allora, quasi tabù. E così le persone in strada, le speranze, espresse da molti, che con Obama a Washington l'embargo almeno si attenui, una costante dichiarazione d'amore per un'isola che, politica a parte, anche chi se ne allontana per lavoro - sportivi, musicisti - poi desidera tornarvi perché lì sono le sue radici. Montaldo rievoca, con materiale di repertorio scelto con metodo, anche queste radici, riuscendo con abilità a collegarle cinematograficamente al presente. Con una regia che tende il più possibile a stringersi attorno al quotidiano. Anche quando non può non accettare che chi parla, sapendosi individuato ed ascoltato, possa tenere per sé dubbi e riserve. Cinema del presente, Italia

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