Il festival che strizza l'occhio alla videoarte
LorenzoTozzi Le cornici, che com'è noto non valgono meno del quadro, sono questa volta cortili, spalti merlati, torri, saloni rinascimentali, loggiati, camminamenti. Le quinte sono infatti i luoghi deputati di un antico maniero. Il Castello Odescalchi, che con le sue torri domina superbamente dall'alto il lago di Bracciano, diventa anche quest'anno singolare location di Opere Festival, variegata rassegna di danza, teatro, musica e arti visive, ideata e diretta da Maurizio Conte, ormai alla sua quarta edizione annuale. Grazie anche alle consulenze artistiche di Alberto Bassetti per la prosa, Marco Grisanti per la musica, Ricky Bonavita e Theodor Rawyler per la danza e Luce Monachesi per l'arte per quattro serate, dal 17 al 20 settembre, pomeriggio e sera, il castello diventerà epicentro di una kermesse spettacolare in concomitanza con la mostra «Sovrana eleganza» di Roberto Capucci che rimarrà in sede sino al 13 dicembre con l'anteprima di una serie di disegni pensati per il teatro. Una esplosione pirotecnica inaugurerà il Festival cui partecipano nomi illustri come quelli di Franca Valeri (17 settembre) in «Oddio mamma! Un improbabile carteggio» insieme a Urbano Barberini e di Giuliana Lojodice (20) in un monologo di ricordi, per il teatro, il pianista Pasquale Jannone (17), il violinista Felix Ayo, il pianista Marco Grisanti e Vincenzo Bolognese (18) per la musica, il Balletto di Sardegna (Su muccadori de sa sposa) e la Compagnia Excursus (19) per la danza per chiudere con Le Grand Tango e le note di Astor Piazzolla in un originale arrangiamento per violino e bandoneon con la coreana Sinn Yang e Harald Oeler accompagnato dalle danze della compagnia Excursus. Il Conventino, antico dormitorio del castello, ospiterà la ricostruzione di macchine di Leonardo e la mostra Il Volo, ispirata agli aeropittori del movimento futurista, realizzata in collaborazione con il Museo dell'aeronautica militare di Vigna di Valle. Tra le chicche l'integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven e un doveroso spazio ai giovani sia dell'Accademia di danza che a giovani attori per il progetto di Carlo Emilio Lerici che prevede un ciclo di installazioni teatrali sul tema delle donne assassine con quattro monologhi espressamente commissionati ad altrettanti giovani drammaturghi. Per la sezione videoarte diretta da Francesco Verdinelli infine Tempo libero e Tempo lavorativo, due lavori in bianco e nero di Tinto Brass (1964) commissionati da Umberto Eco.