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Al rogo i nemici della risata

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Sìperché per far vincere la più importante mostra cinematografica del mondo (se è seconda lo è solo a Roma) ad un film che strappa una risata e si può andare a vedere con tutta la famiglia è soprattutto un atto di coraggio. Il conformismo dei sedicenti intellettuali, che di solito sono di sinistra, spettinati e anche un po' tromboni, recita che il film è bello solo se strazia tutti gli organi dello spettatore. Specialmente quelli in zone basse. Ecco, questi uccelli del malaugurio mandiamoli a quel paese. L'ultima commedia che ha vinto a Venezia risale al 2001: «Monsoon Wedding». Da allora ad oggi hanno trionfato i tormenti psicologici (o forse psichiatrici?) di registi dell'Est Europa, le storie di amori impossibili (omosessuali e non) di lavoratori nel settore dell'allevamento ovino e, l'anno scorso, l'espressione insondabile del viso devastato dalle botte e dai lifting di Mickey Rourke in «The Wrestler». E basta! Fateci fare una risata, o almeno non impeditecelo. Se può vincere una commedia che commedia sia, con buona pace degli adoratori del travaglio interiore ed esteriore. Chissà che la Venezia del futuro non ci riservi una sfida tra Carlo Verdone, Christian De Sica e Rowan Atkinson. Senza che nessuno gridi allo scandalo. Antonio Angeli

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