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"Mike merita i funerali di Stato"

Gli striscioni davanti alla camera ardente

FOTO - La commozione di Fiorello

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«Per me non si disturbino. Non chiedo né merito funerali di Stato». Costanzo, invece Mike?  «È un rito riservato a chi ha dato lustro all'Italia, giusto? Ai tempi di "Lascia o raddoppia" Bongiorno contribuì non poco all'alfabetizzazione di un Paese che aveva una radice contadina: pochi sapevano scrivere e in tanti parlavano solo in dialetto. E poi...». Poi? «I funerali di Stato sono stati celebrati già per altri grandi dello spettacolo. Penso a Sordi. Sarebbe stato il giusto omaggio per la Magnani. O Totò». Eco vedeva in Bongiorno un simbolo di mediocrità. «Il mondo è popolato di mediocri disonesti e onesti. Se Mike lo era, apparteneva alla seconda categoria». Napolitano ha sottolineato la «laboriosità» del presentatore.  «Era uno stakanovista del video. Gli hanno rimproverato i soldi che aveva: ma perché? Si è sempre fatto un mazzo così, se li è guadagnati tutti. E non lo hanno mai beccato con le mani nella marmellata, perché era perbene. La gente lo sa. Guardi che partecipazione al lutto». L'ha sorpresa? «No, perché la sua scomparsa ha innescato un'emozione condivisibile da tutti, finalmente. In questo Paese cerchiamo sempre di appropriarci di ogni vivo e di ogni fantasma, tirandolo a destra e a sinistra. È sensato che se ne parli, e in questa misura». Qualcuno del giro tv che conta non lo trattava bene, negli ultimi tempi.  «Sbagliando. Stimo Fiorello, che gli aveva permesso di dimostrare quanto Mike fosse ancora un campione. Fiore gli voleva bene sul serio, mica come tante mezze figure e soubrettine che hanno ritrovato dieci minuti di notorietà commemorandolo». La gente si è stupita dell'improvvisa fine di questo "highlander". «Ho visto piangere tanti ragazzi. Anche per loro era impensabile che morisse. Una donna ha detto: "era uno di famiglia". Questo è il più grande complimento che potessero fargli. Era un portatore sano di ottimismo, in un Paese che intristisce e invecchia». Te lo ritrovavi sempre in salotto, nella tv delle sicurezze. «Il massmediologo Joshua Meyrowitz sosteneva che, con alcuni personaggi televisivi "stabili", il pubblico instaura una "parentela mediatica". Comprendo e apprezzo questa alluvione di copertine, di edizioni straordinarie dei periodici, lo spazio cospicuo riservatogli dai telegiornali». C'è chi ipotizza che queste scelte siano servite anche a mettere la sordina a notizie scomode.  «Ma no. La politica ogni giorno ce ne propone una. L'addio a Bongiorno è stato un evento sconvolgente. Non c'è più lo zio americano che per 50 anni è venuto a trovarci in casa. In una tv sempre più desolante, questo vuoto sarà davvero incolmabile».

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