Regista per scelta per caso o per necessità? «Una scelta che completa il mio modo di essere.
Mal'amore per il cinema quando è nato? «Molto presto e mi ha spinto dal quartiere Bravetta di Roma sino all'altro capo della città per frequentare l'Azzurro Scipioni, la sala di Silvano Agosti. Una voglia di cinema smodata. Ogni sera entravo gratis. Guardavo due film al giorno. Facevo quello che avrei voluto fare da sempre». Ha vissuto tanto tempo all'estero, che tipo di esperienza è stata? «Una esperienza entusiasmante. Ho conosciuto tanti uomini di cinema. Ho capito come si fa il cinema e in quali parti del mondo si ama davvero il cinema. A Parigi ho capito tante cose. In America forse qualcosa di meno. Ho una conoscenza fondamentale del cinema americano e anche di quello francese». Qual è il cinema che non ama? «Non mi piace il cinema dove il regista parla di sé e non amo quei film politici che poi gli operai non vanno a vedere. Se la classe operaia va a vedere il cinepanettone piuttosto che il cinepolitico qualcosa ovviamente non va». Ma per lei cos'è veramente il cinema? «Il cinema è un mezzo per svelare l'irruzione dell'irrealtà, degli arcani proprio nella realtà». Farà sempre cinema? «Mi piacerebbe, ma la vita non sai mai quel che ti regala». È un papà contento? «Sì sono sposato ed ho una bambina, Alba, che mi rende davvero felice». E diventare padre ha cambiato la sua vita? «Mi dà meno tempo assolutamente ma mi regala la sensazione di capire di essere». I suoi hobby? «Mi piace viaggiare amo la barca a vela ed il calcio». Insomma un regista completo? «Un uomo completo che ama fare il regista».