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Horror politico in Mostra Herzog: la normalità è follia

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VENEZIA - La pandemia influenzale, le catastrofi globali legate alla consunzione del pianeta e la crisi finanziaria, emergono dai film del Lido. Una Mostra da paura. Con l'horror che incombe per la prima volta nei film (in concorso e non) scelti da Marco Müller. E come se non bastasse, oltre alle 7 pellicole di genere già annunciate («Survival of the dead» di Romero, «Tetsuo-The bullet man» di Tsukamoto, «Rec2» di Balaguerò e Plaza, «The Hole 3d» di Dante, «La doppia ora» di Capotondi, «The road» di Hillcoat, «L'horde» di Dahan e Rocher), anche il Film Sorpresa è un thriller onirico di Herzog. Molto applaudito dalla critica, «My Son, my Son What have ye done» è ispirato a un fatto di cronaca accaduto a San Diego. Qui Mark Yavorsky, un attore che interpretava il personaggio dell'Oreste sofocleo, per una maledetta forma di transfert, in preda alla follia uccise sua madre servendosi di una spada. Nel film c'è Michael Shannon nel ruolo del matricida, trattato dalla madre invadente (Grace Zabriskie) come un bambino. Il protagonista crede che l'immagine di Dio sia quella che campeggia sulle scatole di avena, ama fenicotteri, struzzi e gorilla, si sente mussulmano e vuole ormai seguire solo ciò che gli indica la sua via interiore. A stanare il matricida che, dopo aver ucciso la madre davanti a due testimoni si barrica nella casa dei vicini fingendo di avere degli ostaggi - che in realtà sono solo i suoi fenicotteri - è il detective Havenhurst (Willem Dafoe). Molte le scene oniriche che fanno sentire il tocco nel film di David Lynch, qui in veste di produttore. «Questo festival per 40 anni non ha accettato una mia opera in concorso - ha esordito Herzog a Venezia -. Ma stavolta ne ho addirittura due in concorso, quella di oggi, ("Mi son, my son what have ye done") e quella di ieri ("Il cattivo tenente"), oltre a un altro in Orizzonti, "La Boheme", versione cinematografica del duetto d'amore pucciniano "O soave fanciulla". Il confine tra normalità e pazzia ai giorni nostri è più che mai sfumato, a stento ci si ritrova nelle zone più intime di noi stessi. Ho conosciuto io stesso il vero matricida, ora in libertà dopo 8 anni di manicomio: vive solo in un camper con le foto di Gesù illuminato dalle candele e non mi sembra stia troppo bene». Anche negli altri tre film in concorso ieri ossessione e horror non mancavano. A cominciare da «Tetsuo the bullet man» del giapponese Tsukamoto, terzo film di una straziante trilogia sul conflitto uomo-macchina e sull'orrore cyber punk. Mentre «Persecution» del francese Chereau è il racconto dell'ossessione di un gay nei confronti di un ragazzo felicemente innamorato di una donna. Ed infine, ancora un thriller (psicologico) con «Accident» di Pou-Soi Cheang, sulle manie di persecuzione dei killer di Hong Kong, che si sentono a loro volta perseguitati da altri mafiosi. Applausi per John Turturro - che da regista diventa attore in «Prove per una tragedia siciliana» di Paska (fuori concorso) - e per Claudia Pandolfi, protagonista (con Miriana Raschillà e Sergio Rubini) del film «Il cosmonauta» della regista Nicchiarelli. Tra le anticipazioni sul Lido, il regista Walter Salles, che ha ricevuto il premio Bresson della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha annunciato il suo prossimo film, tratto dal libro «On the road» di Kerouac. Mentre il fondatore della casa del Cinema di Roma, Felice Laudadio ha anticipato la prima edizione del Bari International Film&Tv Festival in un rinato Teatro Petruzzelli con tanto di schermo in 3d.

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