Suona Mamma Rai
LorenzoTozzi Anche Roma rende omaggio in musica al martoriato Abruzzo. Due dei più fascinosi palazzi romani, il Museo Nazionale di Palazzo Venezia sede della Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico e etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma e la Galleria nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, testimonianza storica dell'immaginario barocco seicentesco, a partire da questa mattina (ore 12) apriranno i battenti ad una serie di otto concerti trasmessi in diretta da Radio3. Ultimo doveroso atto di omaggio alla grande musica da parte di Mamma Rai che dopo aver scelleratamente chiuso le orchestre di Milano, Napoli e Roma lasciando in attività solo quella di Torino (oggi Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e che Dio ce la mantenga) ha di molto ridimensionato il vecchio ruolo di promotrice della musica d'arte nel Paese, sia in Tv che nella produzione di concerti dal vivo. E persino nell'isola dulcamara di Radiotre, una volta strenua roccaforte della musica cosiddetta classica, oggi invece relegata alla esclusiva filodiffusione. Il doveroso pensiero all'Abruzzo della iniziativa concertistica capitolina si esplica in otto appuntamenti che tutti i week end di settembre (i primi due nel giardino di Paolo II e nella maestosa Sala Regia di Palazzo Venezia, i secondi due nel salone Pietro da Cortona di Palazzo Barberini) vedranno impegnati (sempre alle ore 12) molti solisti e ensemble abruzzesi in un variegato programma. Stamattina inaugura, l'ensemble specializzato Aquila Altera dedito ad un raro repertorio abruzzese medioevale e rinascimentale per lasciare domani il posto al violoncellista Luigi Piovano in un itinerario da Bach al contemporaneo. Musica klezmer invece per l'Officina musicale aquilana e pagine rare del seicentesco Marco Marazzoli, cantore della cappella barberiniana rispettivamente il 12 ed il 13 settembre. Terzo weeck end animato dall'ensemble Benedetto Marcello di Teramo tra Albinoni, Corelli e l'abruzzese Mascitti, emigrato a Parigi, e da I solisti aquilani in un omaggio all'Aquila attraverso pagine di Nino Rota, Strawinsky e Shostakovich (19 e 20). Infine, il 26 e 27 sarà la volta, nell'ordine, del noto pianista abruzzese Carlo Grante in pagine di Domenico Scarlatti e Schumann per chiudere con le trenta voci del Coro della Portella da oltre vent'anni alfiere dei canti popolari italiani di montagna. Concerti per non dimenticare ma non solo.