Nell'epoca del «poco ma scelto» l'eccentricità diventa semplice
Attenzione,il «gregge» è a rischio. Giovani, uomini e donne, vestiti tutti uguali, griffati o taroccati, ma senza un lampo di originalità, potrebbero avere qualche problema. L'austerità del Terzo Millennio, infatti, azzera gli status symbol e moltiplica lo stile individuale, annulla la dittatura delle icone e riscopre la democrazia delle persone. Ma soprattutto, in tempi di crisi, saper vivere significa anche cambiare le priorità, riscoprire il bisogno di vicinanza, di solidarietà, e nel contempo il gusto della vera eleganza, che è innanzitutto sobrietà nel porgersi. E allora basta con le smandrappate-aspiranti-qualunque cosa, basta l'abitino sottoveste 24 ore su 24 (a meno che non si riceva in casa 24 ore su 24), basta i gioielli importanti di prima mattina, basta pantaloni a pelle, magliette a pelle, tacco assassino, basta blazer con i bottoni d'oro (classico da playboy di terza, anche nel senso di età), basta l'abito nuovo di zecca o gualcito o ciancicato, basta il night club dopo i quarant'anni che fa pappone russo, no alle unghie nere da periferia o madreperlate da mignotta o decorate da burina sfaccendata.basta con «adorato/a» che fa confidenziale spinto, finiamola con «amoooore» appellativo caro al mondo gay modaiolo tracimato dai reality show fino al fruttivendolo del mercato, basta abbronzature da ricco sfruttatore … Parole e musica di Carlo Rossella, presidente di Medusa Film e già inviato di politica estera e direttore di Stampa Sera, La Stampa, Panorama, Tg1 e Tg5 che con la signora dello stile Fabiana Giacomotti ha scritto «La sciarpa a pois» ( Cairo Editore, pag.207), una guida che si legge come un racconto dietro le quinte del mondo dell'editoria e della moda e che propone aneddoti e consigli per nuovi modi, riti e linguaggi. Il libro si divide in vari temi: Presentarsi, Vestirsi, Relazionarsi, Parlarsi, Spostarsi, Riprodursi e Ricrearsi. Una guida, aggiungono gli autori, «giocata sempre sul filo dell'ironia, per affrontare il cambiamento con saggezza». Un vocabolario del «vivere con leggerezza e charme in tempi austeri»: questo intende essere «La sciarpa a pois» quella famosa sciarpa a pois in cachemire indossata da Rossella e diventata «oggetto di dibattito nazionale per via dell'apparenza troppo costosa». Un accessorio di abbigliamento che diventa appunto occasione, dicono gli autori, «per una serie di riflessioni, di pensieri e di suggerimenti attorno all'evoluzione che un momento di forte contrazione, o per meglio dire di riassestamento e ripensamento del sistema economico mondiale, ha provocato nel modo di vivere e di entrare in relazione con se stessi, con la propria famiglia, i propri amori, la società». Direttore, una guida al low profile? «È un libro che indica come sopravvivere bene nell'epoca della parsimonia, in cui è cambiata la filosofia della gente, in un momento in cui contano le cose sostanziali, anche le cose care ma che durano nel tempo. Si fa a meno dell'effimero, compreso nel guardaroba dove ci devono essere i capi che servono, belli e di qualità, che durano nel tempo, anche se in numero ridotto». Basta con gli eccessi? «Bisogna essere minimal ed avere un'aristocratica eccentricità, l'eccentricità nella semplicità che abbiamo visto in Caroline Kennedy e nelle altre donne del clan durante i funerali di Ted. Le donne non erano vestite come madonne alle processioni del meridione, ma erano semplici, dimostravano la loro semplicità del vivere. Del resto ricordo le Kennedy anche nelle occasioni più glamour con pochi gioielli». Insomma, meno effimero? «Basta con l'effimero, con gli eccessi, basta al troppo trucco, troppo botox, troppi nudi, troppe tette, troppi culi, troppe fidanzate, meglio due ma belle. L'epoca del troppo è finita, siamo nell'èra del poco ma scelto». Austerità fa rima con charme? «È molto charmant un viaggio in treno, un weekend culturale, meglio la visita ad un museo che la pacchianeria, sempre meglio il tubino nero, sensuale e senza grattacapi degli abiti da sera che fanno caramelle, meglio un pranzo in famiglia che quegli aperitivi a base di tartine secche e cocktail dai nomi impronunciabili». E la sua sciarpa a pois? «L'ho messa in naftalina, ma la tirerò fuori con l'inverno, ovviamente....»