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Successo per «La Grande Danza a San Pantaleo», evento di punta del programma culturale in Costa Smeralda.

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Dagennaio Walter Matteini, oltre a ricoprire il ruolo di coreografo principale, ha assunto insieme a Paola Catalani la direzione artistica. A San Pantaleo avete proposto Bolero, sua coreografia originale sulla famosissima musica di Ravel. È una nuova creazione? «Questo Bolero era stato creato qualche anno fa per il primo ballerino Giuseppe Picone. La versione di San Pantaleo è stata riadattata, e un'ulteriore rielaborazione sarà presentata al Festival della Danza di Cannes a dicembre. Insomma è un tema che non cessa di incuriosirmi». L'ambientazione del suo Bolero è molto originale. «La coreografia è stata ispirata da un episodio curioso. Sembra che alla prima esecuzione della musica del Bolero, una signora in sala commentò riferendosi a Maurice Ravel "Ma questo è un pazzo!". Lui replicò: "È l'unica che ha capito». La mia coreografia è ambientata in un asilo psichiatrico, il ritmo ossessivo e ipnotico coinvolge lo spettatore in un labirinto di ombre. Follia e lucidità, pazienti e medici di noi stessi, alla fine viviamo tutti dentro una gabbia senza confini». R. C.

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