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«Biblioteche, luoghi di alfabetizzazione religiosa»

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Èl'invito che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha rivolto ieri a un'assemblea di rappresentanti di biblioteche che raccolgono documentazione di cultura ebraica, cristiana e islamica, arrivati a Milano per un incontro di studio. L'iniziativa, organizzata nell'ambito del congresso mondiale dei bibliotecari in corso a Fieramilanocity, si è svolta alla Biblioteca Ambrosiana e si è articolata in una serie di tavole rotonde. La storia «insegna che le biblioteche di area confessionale, sorte all'ombra delle scuole rabbiniche, delle scuole coraniche, delle cattedrali e dei monasteri, hanno salvato dalla distruzione i documenti fondamentali della cultura e della tradizione». «Il ruolo di queste biblioteche - ha proseguito Tettamanzi - oggi non è finito». A suo parere «sarebbe opportuno unire le forze, e, iniziando dall'aspetto tecnico, ricercare e realizzare un coordinamento funzionale, una razionalizzazione dei servizi, e, perché no?, una sinergia e complementarietà degli stessi». In questo quadro le biblioteche «possono essere sedi privilegiate di crescita umana e spirituale, di informazione e di formazione, di elevazione e di raffinamento dello spirito». Direzioni peraltro già intrapresa da tempo dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano. La storica istituzione religiosa, inaugurata nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo, ha raccolto nei secoli una vasta collezione di manoscritti arabi e la sua Accademia, tra le altre cose, sta costituendo una sezione di studi sul Vicino Oriente, sia di arabistica sia di cultura ebraica.

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