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«Non avrei mai immaginato che suonare la chitarra si sarebbe trasformato nella mia professione»

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GiovanniBaglioni ha 27 anni ed è figlio di Claudio. Durante l'estate ha suonato in giro per la Penisola per presentare il suo cd d'esordio intitolato «Anima meccanica». Giovanni Baglioni, lei suona la chitarra acustica solista. Com'è nata questa passione? «Un po' per caso, un po' per volontà. Suonavo la chitarra elettrica in un gruppo. Poi un giorno mi è capitato di ascoltare la musica di Tommy Emmanuel e ne rimasi folgorato. È un chitarrista acustico australiano e ho pensato: allora si può fare». Oltre a Emmanuel quali sono le sue influenze artistiche? «Certamente mi ispiro alla tradizione della chitarra acustica americana. Ma devo molto anche al mio maestro Pino Forastiere». Ha mai pensato di comporre anche per voce? «Per il momento mi sento completamente a mio agio con la chitarra solista. Ma in futuro non escludo l'esplorazione di altre vie espressive. Non escludo mai nulla a priori». Suo padre Claudio è uno dei più importanti cantautori della storia della canzone italiana. È una personalità ingombrante per lei? «Non direi proprio. Anzi. Per come si pone, mio padre Claudio è una presenza molto discreta. Gli ho fatto ascoltare le mie canzoni e mi è sembrato stupitamente ammirato. D'altronde finora i miei concerti vanno benissimo». Non c'è nemmeno un po' di competizione tra voi? «Neanche per sogno. D'altronde facciamo cose così diverse. Ma anche se facessi il cantante, la mia unica e vera guida sarebbe la mia forza di volontà».

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