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Se il dialetto diventa «no global»

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Comequello di altri 28 comuni della Provincia di Roma che hanno preso le distanze dalla Capitale conservando le proprie diversità. L'ha scoperto Riccardo Faiella ricercando il materiale che insieme a Vincenzo Luciani ha rielaborato per farne un libro proprio mentre è in corso il dibattito sui festeggiamenti dell'Unità d'Italia e il leader del Carroccio chiede che il dialetto venga inserito come materia scolastica «Ècco ricòtta!" qualcuno esclama. Ma non è il suo titolo e neppure la garanzia che qualche norcino dà acquistando una cibaria casearia. Piuttosto un'esclamazione in uso a Mazzano (paese a 12 km da Roma), che significa "adesso capisco come stanno le cose!". Anche se ha ben poco da capire chi non mastica il vernacolo. Chiamatelo folklore, attaccamento alle radici o, se siete più intolleranti, una cattiva abitudine, ma la lingua è ribelle. E chi è convinto che ha raggiunto l'unità intorno al toscano prima ancora che l'Unità d'Italia fosse stata realizzata dal punto di vista politico, è fuori pista. L'Italia non è la Svizzera dove ci sono tre grandi lingue. Inoltre nel Belpaese il dialetto è la prima lingua parlata fra le quattro mura di casa, soprattutto tra familiari; più al mattino a colazione che alla sera. Soprattutto al centro. Una lingua ricca di modi di dire, proverbi e aneddoti, farcita di riferimenti storici, ricordi di antichi mestieri e vecchie tiritere o lazzi polemici tra paesi vicini. Come emerge da «Le parole salvate» (Edizioni Cofine, pag. 144, euro 10), che siccome non ha la diffusione del best-seller dovrete cercarlo col lanternino; ma c'è. Da leggere «per scoprire che a Trevignano "buscicò" è una «persona grassa» mentre al centro di Sacrofano indica un "uomo basso di statura". O che a Tolfa si usa il genere femminile nel plurale di tutte le parole - dice Riccardo Faiella indicando che - quindi il plurale di "maschi" diventa "le maschie", "i fuochi" cambia in "le foche", mentre "i cani" diventa "le cane"». Realizzato grazie al contributo della Provincia di Roma, il libro sarà proposto come testo universitario dal professor Ugo Vignuzzi, accademico della Crusca e docente in Dialettologia italiana a La Sapienza.

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