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Teatro dell'Opera

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«Ladirezione Muti era l'unica mossa da fare per salvare questa istituzione»: Catello De Martino, sovrintendente ad interim del Teatro dell'Opera, tira un sospiro di sollievo la «situazione tampone» è giunta al termine e con l'arrivo e la direzione del Maestro Muti sarà possibile progettare e realizzare un Teatro dell'Opera veramente vicino alla città. Sovrintendente Catello De Martino, come vede l'arrivo di Muti alla direzione del Teatro dell'Opera? «Era l'unica mossa da fare per salvare questo Teatro. Io parlo in base alle mie esperienze professionali: nasco direttore del personale, prima all'Eni, poi a Santa Cecilia e infine qui al Teatro dell'Opera. Il mio punto d'osservazione è quello dell'analisi della gestione del personale e sindacale. Il Teatro dell'Opera in questi ultimi mesi è rimasto indietro rispetto alle attese generali. Ha bisogno di una rivisitazione dell'organizzazione e di un progetto artistico. E le difficoltà ci sono: abbiamo chiuso il bilancio con 11 milioni di deficit. Ora per fortuna questa situazione tampone è giunta al termine». Il primo obiettivo adesso è il risanamento economico? «Il risanamento è un'operazione di tipo amministrativo per la quale è necessaria soprattutto una forte volontà politica e per questo il sindaco Alemanno ha dato la sua disponibilità. Poi servono il progetto artistico, la rivisitazione organica di tutto il Teatro e la sua valorizzazione». Muti interverrà più sul programma o sulla parte musicale? «Io mi auguro che si occuperà dell'intera area artistica del Teatro dell'Opera. Muti è una figura apicale». Nel futuro ci sarà solo lirica o anche altri eventi? «Ho una mia personalissima idea: Muti innalzerà al massimo il livello qualitativo del nostro teatro, che avrà un respiro internazionale, con ospiti non solo romani. Però il Teatro deve aprire le porte anche ad altri eventi. Già a novembre ci sarà una serata con un grande stilista che unirà musica ballo e alta moda. Faremo anche una giornata per chi soffre, perché il Teatro deve aprire le sue porte ed essere veramente vicino alla città».

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