Un'occasione imperdibile per la Capitale
Efinalmente dopo le speranze e le smentite, dopo le tante puntate di una telenovela non troppo e non sempre edificante, uno spiraglio di luce sembra ormai fortunatamente spuntare all'orizzonte del Teatro dell'Opera di Roma, scombussolato negli ultimi mesi da scosse sismiche non sempre comprensibili. La conferma che Riccardo Muti ne assumerà la direzione dal dicembre 2010 rassicura infatti i giustamente preoccupati musicofili capitolini, interessati ad un rilancio effettivo e definitivo delle attività liriche romane. Dopo ben otto mesi di "corteggiamento" assiduo da parte del sindaco Alemanno e del consigliere di amministrazione Bruno Vespa, che si sono recati anche a Salisburgo per incontrare il maestro, Muti ha finalmente dato ufficialmente la sua disponibilità a prendersi cura delle attività artistiche del Teatro Costanzi dalla fine del prossimo anno solare, fermi restando i suoi pregressi impegni con la prediletta Orchestra Sinfonica di Chicago. L'impegno prevede la direzione di due titoli lirici e di altrettanti concerti. Da precedenti indicazioni si evince che tra i prossimi titoli figureranno l'Idomeneo (Monaco 1782) del prediletto Mozart, ma soprattutto il Nabucco (Milano 1842) di Verdi, opera simbolo del Risorgimento italiano, particolarmente significativa in concomitanza delle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Un evento al quale - dice il sindaco Alemanno in riferimento ad alcune dichiarazioni recenti del Senatur sull'Inno di Mameli - sarà invitato anche Umberto Bossi per dimostrare che il Nabucco non è solo "Va pensiero". Era noto da tempo che l'intenzione del sindaco Alemanno fosse quella di coinvolgere Muti nella direzione artistica del Teatro, ma certo gli otto mesi trascorsi dai primi contatti (al tempo della direzione in novembre di Muti dell'Otello di Verdi) non lo sono stati invano. Il noto direttore, che si è detto disponibile anche a presiedere le selezioni del nuovi professori d'orchestra a garanzia della qualità, ha chiesto e ricevuto precise assicurazioni sulla presenza di adeguati sponsor, in merito alla collocazione urbana ed alla necessaria qualità artistica. Sembrano così verificarsi il tanto auspicato salto di qualità, la svolta di eccellenza, il lieto fine che tutti si aspettavano in considerazione delle illustri tradizioni del massimo teatro capitolino. Come sempre anche in questo caso il tempo sarà galantuomo.