Roma conquista Muti
L'annuncio è stato dato dal sindaco Alemanno. Il Maestro ha dato la sua disponibilità ad assumere la direzione dell'Opera da dicembre 2010. Sarà il suo impegno principale insieme a quello dell'Orchestra sinfonica di Chicago. Il sindaco Alemanno, che ha voluto fortemente questa direzione, insieme al consigliere di amministrazione dell'Opera, Bruno Vespa, ha assicurato a Muti l'impegno totale della città e del Teatro per aprire una pagina nuova nella storia dell'istituzione. Il Maestro sarà impegnato sin dall'autunno 2009 nella selezione dei nuovi professori d'orchestra, sarà inoltre presente nelle stagioni dell'Opera a partire dal dicembre 2010 con almeno due titoli all'anno e con altrettanti concerti. Sindaco Gianni Alemanno, come nasce la direzione di Muti all'Opera di Roma? «È un corteggiamento che dura da ben otto mesi... e qualche voce è circolata. L'idea originale è stata di Bruno Vespa, abbiamo avuto dei colloqui con il Maestro e da parte sua c'erano riserve molto forti, per l'impegno con Chicago e perché voleva delle garanzie per il raggiungimento della massima eccellenza. Abbiamo incontrato Muti a Salisburgo e prima anche a Sarajevo, dove dirigeva. E poi, finalmente, la svolta». Come ha convinto Muti? «Garantendo la mobilitazione di tutta la città per portare il Teatro alla massima eccellenza. Io ora sono il commissario del Teatro dell'Opera e Muti ha avuto garanzie sugli sponsor, sulla collocazione urbana, sull'aspetto artistico. E non ci saranno lottizzazioni». Qual è l'obiettivo? «Che Roma torni, come negli anni Cinquanta, all'eccellenza mondiale, perché questo merita. E l'eccellenza non può essere solo quella dei monumenti, ma quella di tutta la cultura. E la musica ne fa parte». Perché ha voluto affrontare in tempi brevi il problema del Teatro dell'Opera? «Perché penso che la lirica sia uno dei pezzi fondamentali della cultura capitolina e in assoluto della cultura italiana. La nostra lingua è conosciuta nel mondo proprio per la lirica, che è una delle fondamenta culturali del nostro vivere civile. Il 2011 sarà l'anno dell'Unità d'Italia, celebrata con il Nabucco diretto da Muti». Ma a lei ascolta la musica lirica? «Sì, la sento, mi piace. Ultimamente, da sindaco, la sento e l'apprezzo di più». Come vede la Roma del futuro? «Una città con monumenti, musei e tante proposte culturali, per la valorizzazione delle nostre radici. Con il meglio, con l'eccellenza. Roma non può accontentarsi di mezze misura». Da quando è sindaco lei non si sente più parlare di Parigi come modello... «Roma non ha bisogno di modelli, anzi può essere presa come modello e insegnare agli altri. La nostra Capitale poi è una grande città europea, sorella di Parigi, Berlino, Madrid e di tutte le altre». L'opera che celebrerà la svolta del Teatro dell'Opera? «Sarà il Nabucco per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Inviteremo anche Bossi. Così capirà che non esiste solo Va pensiero».