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Lando Fiorini in piazza in Abruzzo

Lando Fiorini

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Dopo un'ottima stagione con lo storico locale trasteverino, il Puff, Fiorini porta in giro canzoni e qualche chiacchiera con «Roma amore mio». Lando Fiorini, ci parli dello spettacolo di domani sera in Abruzzo. «Ci saranno un po' di canzoni, faremo quattro chiacchiere, qualche risata. Il mio spettacolo si chiama "Roma amore mio" e ci sarà anche un omaggio alla "romanità" di Aldo Fabrizi e Anna Magnani. Una cosa molto, molto romana. Voglio dire che, nonostante il mio campanilismo, proprio non sono d'accordo con Bossi. Dialetto sì, ma l'Inno di Mameli non si tocca. Non sia mai».  Com'è il suo rapporto con il pubblico? «La romanità piace. Qualche giorno fa stavo a Pienza, in Toscana, dove hanno un pecorino buonissimo, e mi domandavo: ma qua piacerà il dialetto romano? Forse non gliene importa niente a nessuno. E invece no, lo spettacolo ha avuto successo. Questo vuol dire che se le cose sono belle non c'è Roma, non c'è Napoli: le cose belle piacciono. Insomma, dico, pur amando il dialetto, l'Italia è una e indivisibile».  Tutto solo sul palco... cosa canterà? «Con me c'è il pianista, con il piano a coda, e il chitarrista. Canterò le mie canzoni. "Cento campane" me la chiedono e io la canto». Vorrà dire che la canta bene... «Ma è anche bella la canzone. Certe volte mi sembra incredibile eppure ci sono ragazzi, giovanissimi, che mi chiedono le canzoni in dialetto. Farò "Barcarolo romano", "Roma non fa' la stupida". E vedo che piacciono, anche lontano da Roma». Ama ancora fare spettacoli dal vivo? «Mi piace più di prima, dopo aver festeggiato i quarant'anni del Puff la voglia e l'entusiasmo sono sempre al massimo. La stagione passata è stata strepitosa, con "Siamo tutti riciclati", abbiamo fatto 140 repliche. E adesso sto preparando la nuova stagione, lo spettacolo si intitolerà: «Ma 'ndo vai se il decoder non ce l'hai». E già si capisce che penso io di certe diavolerie moderne. Cominciamo il quarantaduesimo anno con la voglia di sempre, anzi, più di prima. C'è anche da dire che abbiamo la responsabilità di aver lanciato gente come Montesano, Gullotta, Banfi..». Anche Lino Banfi è nato artisticamente al Puff? «Ma sì, certo, faceva l'avanspettacolo. Io mi volevo liberare di Montesano che è bravo, ma ha un carattere... e poi è della Lazio. E allora ho detto: prendo il primo stronzo che passa. È passato Banfi e così l'ho lanciato». I prossimi appuntamenti? «Il 5 settembre a Nazzano Romano e il 27 settembre al Teatro Olimpico. Sarò ospite del Festival della Canzone Romana». E le vacanze? «Io sono in vacanza, in una casa con il giardino, vicino a Subiaco, ma ingrasso. Allora è meglio lavorare».

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