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La nuova Tosca di Dalla contro la classica di De Tomasi

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si mettono a confronto due versioni di «Tosca» - un nuovo allestimento (con la regia firmata da Beppe De Tomasi, le scene da Antonio Mastromattei e i costumi da Pierluigi Cavallotti), e una revisione integrale ricomposta da Lucio Dalla in cui del lavoro pucciniano resta la trama (rivisitata con l'aggiunta di un personaggio chiave, la veggente). La «Tosca» firmata da De Tomasi (con Tullio Carminati alla guida dell'orchestra) sarà in scena sino al 20 agosto e verrà probabilmente ripresa l'anno prossimo. Quella di Lucio Dalla debutta il 27 agosto a Torre del Lago, dove viene replicata per quattro sere consecutive prima di iniziare una lunga tournée (toccherà anche Roma) e andare poi in Corea e in Giappone. Dalla precisa che non si tratta di «Tosca, un amore disperato» che andò in scena nella capitale alcuni anni fa ma di un lavoro interamente ripensato: una vera e propria opera moderna, un «kolossal del palcoscenico, con effetti speciali da film di fantascienza, impianti audio e luci di ultima generazione un mix di linguaggi che scivolano dal teatro dell'opera tradizionale, dal balletto moderno alla commedia, dal musical allo show televisivo fino al circo acrobatico». Quindi, uno spettacolo prossimo a «Notre Dame de Paris» di Cocciante; non per nulla il produttore è David Zard. C'è una novità importante, oltre all'accostamento con la «Tosca» De Tomasi-Carminati: viene utilizzato un ensemble, l'Orchestra del Festival Puccini che, curata per anni da Alberto Veronesi, è diventata di primo livello, come dimostrato, ad esempio, dalla risposta entusiasta della critica all'approccio «sinfonico» dato, quest'anno, a una nuova produzione di «Manon Lescaut» che in settembre-ottobre sarà all'Opéra di Nizza e probabilmente nei mesi successivi in altri teatri francesi. Quindi il match è almeno doppio: come un allestimento nuovo di zecca ma tradizionale della «Tosca» quale la pensò e compose Puccini si confronta con la riscrittura di Lucio Dalla e come la stessa orchestra si confronta con due partiture così differenti. Naturalmente, nella «Tosca» De Tomasi-Carminati i cantanti sono star: nella prima tornata di repliche ha primeggiato Amarilli Nizza (affiancata da Ambrogio Maestri e Antonello Palombi). In quella in corso in questi giorni i protagonisti sono Olga Romanko, Enrique Ferrer e Silvio Zanon. Affrontano senza amplificazione l'impervia acustica del grande teatro in riva al lago. Nella «Tosca» alla Lucio Dalla ci si affida a cantanti-attori che sappiano anche ballare. L'amplificazione diventa un'esigenza. Il confronto tra le due versioni di «Tosca» non è una mera curiosità. Il pubblico della «musa bizzarra e altera» invecchia, occorre attirare nuovi spettatori più giovani e contenere i costi unitari tramite tournée se possibile internazionali. La «Tosca» contro «Tosca» può fornire indicazioni importanti. Anni fa a New York erano in corso tre versioni di «Bohème»: al Metropolitan l'allestimento storico (risale al 1963) di Franco Zeffirelli, alla City Opera uno più semplice ma scrupolosamente fedele a libretto e partitura ed un terzo a Broadway in cui la vicenda veniva attualizzata, la musica modificata, l'orchestra ridotta all'essenziale, e si alternavano tre cast di ragazzi e ragazzi. Parte del pubblico giovane ha assistito allo spettacolo di Broadway per approdare, poi, al Met.

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