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Un miracolo di strategia e preghiere

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Ognianno, a Ferragosto, tutti gli uomini liberi dovrebbero ricordare e festeggiare il maresciallo Pilsudski, il genio militare polacco che impedì la soviettizzazione dell'intera Europa. Proprio per tale eccezionale impresa, Pilsudski, nell'Italia dominata dall'egemonia culturale comunista e tardo-azionista, fu letteralmente cancellato, dopo esser stato preventivamente diffamato e demonizzato dal veleno della disinformazione. La sua "colpa" imperdonabile fu, dunque, d'averci evitato i "paradisi" esistenziali del socialismo reale, ricacciando indietro l'ondata imperialistica russa, pur sotto le nuove vesti della sovversione rossa. L'Internazionale comunista, appena nata (marzo 1919), nell'estate 1920, dopo vari tentativi di putsch abortiti, fu davvero convinta di poter esportare la rivoluzione bolscevica in Occidente. La Polonia sembrava l'anello debole da spezzare e dal quale dilagare verso l'Ovest. L'unica nazione slava di fede cattolica - c'erano, però, anche ortodossi, protestanti e islamici - era appena rinata dopo secoli di dominazioni e spartizioni. L'11 novembre del 1918, Pilsudski ne proclama l'indipendenza, divenendone Capo dello Stato, mentre il governo è affidato al grande musicista Ignacy Paderewski. Essendo i confini assai labili, Pilsudski ne approfitta, per restaurare la Polonia di un tempo, occupando le zone franche e riprendendosi Poznam, la Pomerania, Vilnius, la zona di Cieszyn e l'Ukraina occidentale. Dall'altra parte, l'Unione sovietica invade il resto dell'Ukraina, soffoca i moti controrivoluzionari e comincia a ammassare truppe contro la Polonia. Nell'agosto 1920, la situazione precipita a vantaggio dei sovietici, i quali possono davvero esportare il marxismo-leninismo sulla punta delle baionette. Basta, ormai, prendere Varsavia e, poi, l'Armata rossa, sostenuta dalle numerose quinte colonne e dalle attese insurrezioni dei combattivi compagni tedeschi, cecoslovacchi, austriaci, francesi, italiani, etc.etc. dilagherà sul Vecchio Continente. Il "Times" di Londra, il 13 agosto 1920, annuncia che Varsavia è già stata occupata dal generale sovietico Tukhacevskij, eccitando ancor più gli animi dell'Independent Labour Party e dei massimalisti di tutta Europa. Lenin stesso, preso da entusiasmo per l'ormai vicina conquista della Polonia, rompe ogni cautela, scrivendo l'8 agosto 1920: " Grandi sono state le vittorie militari riportate dalla repubblica sovietica degli operai e dei contadini contro i grandi proprietari terrieri e i capitalisti… i polacchi bianchi ed i loro sostenitori… Ma ancor più grande è la nostra vittoria nella mente e nel cuore degli operai, dei lavoratori, delle masse oppresse dal capitalismo, la vittoria delle idee e delle organizzazioni comuniste di tutto il mondo. La rivoluzione del proletariato, il rovesciamento del giogo del capitalismo si avvicinano e si avvereranno in tutti i paesi del mondo". Nessuno osservatore, del resto, benché neutrale o addirittura anticomunista, può prevedere il cosiddetto "miracolo della Vistola", cioè il totale rivolgimento delle sorti della guerra russo-polacca. L'espressione "Miracolo della Vistola" non è mia, bensì del generale Haller che, prima dell'offensiva, organizzò un ottavario - otto giorni di preghiere - rivolto alla Madonna nera di Czestochowa. Il miracolo avviene davvero, anche per gli errori dello stordito Stalin, allora commissario politico, il quale, ritenendo d'aver già vinto, distrae truppe, inviandole contro i "bianchi" del generale Wrangler. Nell'agosto le truppe sovietiche sono alle porte di Varsavia. Il 15 agosto 1920, l'Armata Polacca, comandata dal Maresciallo Jozef Pilsudski e dai generali Jozef Haller e Wladyslaw Sikorski, contrattacca. Il 16 agosto, l'Armata rossa, già stabilmente sulle sponde della Vistola, non resiste alla controffensiva. Non solo indietreggia, ma in breve l'arretramento diventa rotta. I polacchi, liberando se stessi, affrancano il continente dallo spettro della tirannia comunista. Se il "buonismo" occidentale, per non dire di peggio, non avesse fermato l'armata polacca, ormai prossima ad occupare Mosca e far cadere il regime dei Soviet, l'intera Historia sarebbe cambiata probabilmente in meglio, visto che, cadendo il leninismo, non si sarebbero verificate le stragi staliniane, né sarebbero sussistite ragioni per la nascita e lo sviluppo del nazismo, nemico sì del comunismo, ma, in realtà, speculare al leninismo. Grazie ai polacchi, dunque, il 16 agosto 1920, ci salvammo per la seconda volta. Sì, perché già il 12 settembre del 1683, il re polacco, Giovanni III Sobieski, con 25 mila soldati polacchi, bloccò alle porte di Vienna l'esercito turco comandato dal gran vizir Kara Mustafà, impedendo che l'Europa fosse islamizzata. Allora, il miracolo venne attribuito ad un'altra Madonna, quella di Loreto.

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