Kennedy
AngelaDi Pietro Addio Eunice. È morta ad ottantotto anni l'unica Kennedy ad essere sfuggita, sia pure ufficialmente, alla maledizione che dal 1944 ad oggi ha infranto, dietro un'infinita serie di tragedie, il mito della famiglia reale d'America. Una famiglia «vivace come acqua effervescente» che ha coltivato - costasse quanto poi è costato - l'ideale del potere, quello vero. Filiforme, dotata di mascella quadrata (ereditata da mamma Rose) e capelli biondo cenere, non era mai stata una grande bellezza. Aveva eluso la mondanità spicciola e quella elitaria per darsi anima e corpo ad un progetto, «The Special Olympics», paraolimpiadi per portatori di handicap mentali create nel 1968 dopo aver dato vita a campi estivi nel giardino della sua villa a Hyannis già nel 1962. Nessuno scandalo, vero o presunto: un solo matrimonio felice con Robert Sargent Shriver, candidato alla vice presidenza degli Stati Uniti per il partito democratico nel 1972, e cinque figli fra cui la volitiva Maria, andata sposa all'ex attore hollywodiano Arnold Schwarzenegger, oggi governatore della California. Della dinastia più invidiata, più chiacchierata, più compatita del mondo restano adesso (nuove generazioni a parte) solo due vecchi leoni, non troppo ruggenti; sono i due figli più piccoli dei nove nati dall'unione fra il capostipite Joseph e la gelida figlia del sindaco di Boston: Jean Ann Smith, 81 anni, ambasciatrice in Irlanda all'epoca di Clinton, ed Edward, «Ted» Kennedy, 77 anni, malato di tumore al cervello. Difficile pronosticare il ritorno del regno di «Camelot» di John Kennedy. Le nuove generazioni, fiaccate probabilmente da un cognome troppo pesante da portare, mancano di allure e forse di voglia di ribalta. Chissà se un giorno, chi lo sa, sulla scena internazionale non possa splendere un altro John, (dopo il nonno presidente e lo zio editore della rivista patinata «George») un ragazzino di soli sedici anni che è figlio di Caroline Bouvier Kennedy e di Edwin Shlossberg. Lo smalto in verità risulta sbiadito, il nero della cronaca ha sporcato tutto quel rosa portato dai soldi, dalle ville dai grandi porticati in legno bianco nell'amata Cape Cod e nell'isola di Martha's Vineyard, dalle amicizie con i grandi della terra. Una famiglia irresistibile, disse di loro Jacqueline Bouvier, moglie del presidente assassinato a Dallas, icona glamour del Novecento a cui è intitolato un lago di Central Park, nell'East Side di New York. Venivano dall'Irlanda, come i Kelly: tanti figli, tutti biondi, con dentature sane ed appariscenti ed un solo precetto: nella vita si gioca per vincere, mai per partecipare. Lui veniva descritto come uno di quegli uomini che amano gli affari più che le donne (sebbene il vecchio Joe ne abbia avute molte, la diva di «Viale del Tramonto» Gloria Swanson in primis). Giovane, prestante, ad una cena offerta dal sindaco di Boston, la sua città, aveva conosciuto Rose, la figlia del primo cittadino. Nozze se non scritte nelle stelle, perlomeno benedette da entrambe le famiglie. Joe senza scrupoli pare vendesse liquori nel periodo del Proibizionismo ed ebbe amicizie pericolose. Aveva un sogno: la presidenza degli Stati Uniti. Disse: «Me la compro». E puntò sul figlio maggiore Joseph junior, che sarebbe morto a 29 anni in una missione in Germania, durante la seconda guerra mondiale. Ci riprovò, riuscendo nell'intento, con il secondogenito John, ma una volta eletto trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, nel partito Democratico, il figlio fu ammazzato in un attentato a Dallas. Stessa sorte toccata a Robert Kennedy (in America è stato appena pubblicato un libro che rivela la lunga passione che legò lo stesso Robert alla cognata Jacqueline, fino alla morte di lui). Edward «Ted» Kennedy, l'allora «pasticcione» di casa, provò a sua volta la scalata alla Casa Bianca, ma fu fermato da uno scandalo nel 1968 e a ben guardare, dal fatto che la vera «mente» del clan, il patriarca Joseph, era stato vittima di un colpo apoplettico ed aveva dovuto dire addio alle sue ambizioni. Il vecchio «Joe» Aveva perso 4 figli in modo drammatico (anche la figlia «Kick», in un incidente aereo), ne aveva fatta lobotomizzare un'altra, Rosemary, confinata fino alla morte nel 2005 in una clinica per malati di mente. E aveva passato interminabili fine settimana fra partite a calcio, giochi di società nello smagliante Hyannis, villaggio di Cape Cod famoso per i suoi fari storici e per dare ogni autunno i deliziosi «cranberry», i mirtilli rossi americani.