«Amo i misteri ma non sono un credulone»

MaridaCaterini Dal soprannaturale al paranormale, da singolari esperimenti scientifici a fatti che nonostante il progresso non hanno ancora trovato una spiegazione. Se ne occupa, ogni mercoledì in prima serata su Italia uno Enrico Ruggeri nel programma «Mistero». Un'avventura che asseconda alcune mie grandi curiosità», spiega il cantautore, 32 anni di carriera alle spalle, adesso ad una svolta professionale. Come mai la scelta di diventare conduttore, lei che è sempre apparso raramente in tv? «L'esperienza di Mistero è nata per caso: Tiraboschi, direttore di Italia uno, cercava un volto non televisivo con la voglia di mettersi in gioco. Ho accettato la scommessa ed ho capito che si può comunicare con il pubblico anche tramite linguaggi diversi dalla musica. Oggi ho sufficiente dimestichezza con il mezzo televisivo». Significa che la tv è ancora nel suo futuro? «Il mio punto di forza è la precarietà. Decido al momento ciò che mi piace senza l'ansia degli ascolti». «Mistero» sta andando molto bene: potrebbe traslocare su Canale 5? «Non mi è mai venuto in mente. Io accetto solo progetti inclini alle mie caratteristiche personali e professionali». Qual è il suo atteggiamento dinanzi alle storie «misteriose» che propone? «Di grande curiosità e rispetto per le persone che accettano di raccontarle. Troppo spesso i conduttori assumono atteggiamenti irriguardosi nei confronti degli ospiti in trasmissioni di questo genere. Io ascolto, senza essere né credulone né scettico». Continuerà a raccontare storie anche in musica? «Certo. Intanto farò concerti in tutt'Italia, durante l'estate. E per la prima volta ho scritto la colonna sonora di un film: "Volata finale", prossimamente nelle sale con la regia di un giovane albanese. Ed è da poco sul mercato un mio cd triplo, strano e coraggioso, unico nel suo genere: nel quale duetto con mio figlio oltre che con ospiti stranieri incontrati su My Space. Il cd contiene anche le principali cover». Si esibirebbe di nuovo sul palco di Sanremo? «Forse un giorno tornerò a gareggiare all'Ariston. Adesso sono troppo esposto professionalmente, meglio aspettare». La sua opinione sullo stato della tv nel nostro paese? «Non sono arrabbiato nei confronti del piccolo schermo. Ci sono programmi che mi interessano di più, altri meno. Fortunatamente la vasta gamma di canali consente una scelta soddisfacente e personale». C'è un'esperienza artistica a cui ancora ambisce? «Da ragazzo il mio sogno era incidere un disco tutto mio. Ne ho realizzati 26. Confesso che ora mi piacerebbe tentare la carta della recitazione e partecipare ad un film, magari con un cameo».