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Livio Beshir, annunciatore di Raidue: per scelta, per caso o per necessità? Per scelta, per caso e per necessità...

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Pensavadi farcela? Ogni volta si pensa di farcela. Non sapevamo perché eravamo lì, avevo un numero, 70, in tutto eravamo quasi 200. Alla fine di maggio siamo rimasti in sei, tre uomini e tre donne, ho saputo la ragione di quell'incontro. Altri provini e poi un viaggio alle Seichelles. Sulla via del ritorno ho saputo al cellulare che ero stato scelto. Contento? Contentissimo. Lavorare in Rai ed entrare nelle case degli italiani per gli annunci è davvero qualcosa di eccezionale. Sta cambiando la sua vita? Credo proprio di sì. Non perché vengo riconosciuto per strada. Mi piace il lavoro che faccio e per il lavoro vengo da lontano. In che senso? Ho già lavorato in altre produzioni televisive, uno stage a «Domenica in», figurante a «Domenica in», coro per «Sarabanda», RaiFutura. La televisione è una mia amica. Ed io sono un suo amico. Conosce anche il teatro? Sì. Sin dal liceo ho frequentato laboratori teatrali e il teatro è qualcosa che mi affascina molto. Un mezzo per esprimersi a tutto tondo. Ha frequentato anche la pubblicità? Sì, mi sono iscritto ad un'agenzia di pubblicità e moda e sono stato ingaggiato proprio per una campagna abbonamenti della Rai. E il mondo della moda le piace? A volte sì, a volte no. Forse non è il mio mestiere. E dopo gli annunci? Non so. Non amo prevedere il futuro. Mi piace lavorare giorno dopo giorno. Vive da solo? Sì. È fidanzato? No, ma ho tanta voglia di innamorarmi. Crede nell'amore? Sì, tantissimo. L'amore non viene a bacchetta, bisogna saper aspettare.

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