Oggi la Sastri ai Giardini della Filarmonica «Reciterò il testo dedicato a mia madre»
Raccontoin parte autobiografico e in parte letterario ispirato alla vita reale, il lavoro scenico è firmato da Emanuela Giordano. L'attrice, ancora impegnata nel doppiaggio del film di Tornatore «Baarìa» con cui inaugura la Mostra del Cinema di Venezia il 2 settembre, riprenderà fino a marzo prossimo la tournée dell'eduardiano «Filumena Marturano», diretto da Francesco Rosi. Come è nata l'esigenza di esprimersi con la scrittura? «Tre anni fa, dopo la morte di mia madre, ho scritto istintivamente in soli quattro giorni, come in un flusso di coscienza, uscito di getto e senza correzioni, questo testo che non doveva essere finalizzato né alla lettura né allo spettacolo. Sono alcuni amici che mi hanno convinta a pubblicarlo e a recitarlo in teatro. Non so neppure se avrà un futuro: mi appartiene molto e per questa estate mi sono limitata a proporlo in alcune rassegne molto speciali». Quale immagine offre di sua madre? «È un tributo alla donna più bella e straordinaria che abbia mai conosciuto: Anna, detta Ninetta. C'è anche la sua voce registrata che canta qualche frammento. E, attraverso la sua vita degli ultimi anni, crocifissa da una malattia che non perdona, che umilia il corpo e la mente, come l'Alzheimer, descrivo una casa, una città sorprendente, bellissima e spietata come Napoli, un popolo di donne e l'uomo, impossibile e presente, a volte, come una condanna, o un destino immutabile». Cosa regala al pubblico? «Un racconto senza lacrime, che parla di pianto, ma anche di risate improvvise e capricciose, come quelle dei bambini, e, mai saprò, come e perché sia nato. L'unica verità sta nella necessità di raccontare». È soddisfatta del film «Baarìa»? «Tornatore è un maestro che conosce e ama il cinema quanto gli attori. È una pellicola corale in cui parlo siciliano, tornando alle mie origini paterne».