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Il Festival dello Sferisterio dedicato all'inganno

Festival dello Sferisterio

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{{IMG_SX}}Se non è il senso stesso della vita, l'inganno ne è il sale. La parola inganno assomiglia al tedesco eingang (ingresso) e se se ne esamina il concetto, si scopre che è proprio il "luogo" nel quale si è portati, introdotti, persuasi ad entrare. Eterno e ineliminabile, «L'inganno» rende bene. È infatti il tema fondante del Festival dello Sferisterio che si svolge a Macerata fino al 9 agosto ed ha la caratteristica di essere una delle rare kermesse italiane che chiude da tre anni con un leggero attivo finanziario ed ha una forte partecipazione di sponsor locali e internazionali (ad esempio, la maggiore compagnia francese di servizi pubblici di elettricità e gas). "L'inganno" a Macerata si declina su nuovi allestimenti di tre opere molto note ("Don Giovanni" di Mozart, "Madama Bufferfly" di Puccini e "Traviata" di Verdi) e la prima mondiale di "Le Malentendu" di Matteo D'Amico, nonché un omaggio a Händel, "Il Trionfo del Tempo sul Disinganno" e una "lettura" di "Corruzione al Palazzo di Giustizia" di Ugo Betti, dramma quasi non più rappresentato in Italia ma molto presente all'estero. Dato che gli inganni nei corridoi e nelle aule dei tribunali sono di grande attualità non unicamente in Italia. Platone & C. Dunque, l'inganno. Lo dicono a tutto tondo le filosofie antiche - da quella greca ("il mito della caverna" ci insegna che nasciamo ingannati e esistiamo ingannandoci a vicenda) a quelle orientali (in cui il concetto stesso di "infinito" è considerato "un inganno millenario"). Nelle filosofie moderne occidentali (si pensi al neo-contrattualismo di Rawls), lo "stato originario" di ciascuno di noi si fonda sull'inganno da cui si esce solamente con un patto ad occhi chiusi dove nessuno sa quali saranno i propri vantaggi e svantaggi ed il proprio posto nella società. In quelle moderne orientali, la "filosofia dell'azione" di Mishima significa rompere l'inganno connaturato all'esistenza umana, sottraendo (con l'inganno) la spada e commettendo suicidio rituale (Seppuko, taglio della testa e sventramento da parte dei propri allevi, pronti a suicidarsi anche loro). Economisti L'inganno è alla base dell'arte della guerra, e, quindi, pure di quella del management moderno. Lo sottolineavano, a proposito della strategia militare, sia San Tzu che von Clausewitz e vi dedicano diversi capitoli i libri di testo di Peter Ducker, su cui si sono nutriti generazioni e generazioni di studenti di gestione aziendale e d'economia dell'impresa. A volte, proprio in questo campo, l'inganno diventa tale che tutti si imbrogliano a vicenda, scatenando una crisi finanziaria ed economica come l'attuale; lo mostra a tutto tondo lo splendido film di Gary Gasgartuh "We All Fall Down" ("Caschiamo tutti insieme"), in Italia trovabile unicamente il dvd. Capipopolo L'inganno è naturalmente alla base della politica: degli intrighi di palazzo (nell'Impero cinese ed in quello bizantino ne erano particolarmente esperti gli eunuchi, forse anche perché erano a loro negati altri piaceri ed interessi), in epoca moderna, con un occhio all'Italia, si arriva quelli considerati (a torto od a ragione) tipici di chi si riuniva (negli Anni 60 e 70) nel convento delle Suore Dorotee al Gianicolo fino al grande inganno dell'inverno 1994-1995 dove il complotto fu indirizzato ad ingannare Umberto Bossi ed ad innescare il ribaltone. Poeti e musicisti Non è necessario leggere D'Annunzio o Alberoni (per restare nell'Italia del Novecento) per essere consapevoli che non c'è amore senza inganno. Sia che si tratti di rapporto coniugale, passionale od anche meramente sessuale. L'inganno è così diffuso e così incardinato che le religioni lo trattano con tolleranza. Philla Daverio sottolinea che non è mai riuscito a diventare vizio capitale come la sua sorella maggiore, l'invidia. Anzi, l'invidia non è vizio ma peccato, cioè non pulsione alla trasgressione, che può assumere le caratteristiche di crimine (come è spesso l'inganno) bensì vera trasgressione commessa. Infatti, esiste una declinazione leggera dell'inganno che ne fa lo strumento necessario alla convivenza fra gli uomini e alla ricchezza delle nazioni. Lo conferma tutto il pensiero economico neo-istituzionale moderno, dalla teoria dei giochi, alla teoria dei costi transazione. Il buon Peppino Verdi conclude la sua vita d'artista con la splendida "fuga" del finale del "Falstaff": "tutto il mondo è una burla", ossia un inganno.

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