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Carmen a Caracalla uno sguardo dal ponte

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Sitratta di un nuovo allestimento - firmato registicamente da Renzo Giacchieri che cura anche scene e costumi - che si impone soprattutto per il debutto italiano del giovane mezzosoprano lettone Elina Garanca, nel giro di pochi anni impostosi internazionalmente. Altri protagonisti, il tenore Valter Borin, già applaudito nella stagione invernale, nei panni dell'impulsivo Don José, Carlo Colombara come torero Escamillo ed Ermonela Jaho come Micaela. Sul podio l'inglese Karel Mark Chichon, mentre le coreografie sono firmate da Alessandra Panzavolta. L'allestimento si colloca a dovere nelle architetture dei ruderi imperiali, rispettandone i colori e le strutture. «Abbiamo cercato di ricreare il carattere della Spagna – racconta Giacchieri – L'elemento importante è un ponte come si legge nelle didascalie del primo atto: fa da struttura per tutte le ambientazioni dei diversi atti. Per il resto c'è molto sole, calore, luci estive. Con partecipazione convinta di tutti gli interpreti. Don Josè è un contadinotto che alla fine diventa pazzo per amore e aiuta Carmen a compiere il suo destino già scritto. Carmen è una femme fatale, ma non da fumetto, una donna che ha il fato come sua guida e percorre i suoi convincimenti sino in fondo, senza farsi distrarre da nulla. Quello che desidera fare fa, sino alla morte. Come Carmen è diabolica, così Micaela è angelica. Ho scavato coerentemente nelle vite dei personaggi».

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