"Altro che Vanzinameglio il mio Vacanze a Rebibbia"
«La mia sceneggiatura funziona davvero. Ora ci vuole il produttore giusto». Franco Califano non ha dubbi e lancia un appello pubblico ai produttori italiani per finanziare la realizzazione del film comico tratto da una sua sceneggiatura. Califano, come lei ha anticipato a «Il Tempo» qualche mese fa, il suo sogno nel cassetto è quello di girare un film comico. Il titolo è ancora «Compleanno a Rebibbia»? «No. Nel frattempo ho cambiato titolo. Ero indeciso tra "Compleanno", "Natale" e "Vacanze a Rebibbia". Alla fine ho scelto l'ultimo, così sono libero di girare il film tutto l'anno». A che punto è la lavorazione? «Sto cercando il produttore giusto. Uno che non voglia mettere le mani sulla sceneggiatura stravolgendola». Possibile non si sia fatto avanti ancora nessuno? «Finora quelli che hanno letto la sceneggiatura mi hanno chiesto di cambiare alcuni passaggi e vogliono affidare il lavoro alla propria squadra di sceneggiatori. Io, però, mi sono opposto. La sceneggiatura va presa in blocco così com'è». Ha qualche idea su chi potrebbe essere il produttore? «Uno che ci crede fino in fondo. Anche perché gli stessi Vanzina abbraccerebbero il progetto a braccia aperte. Ma con il nome che hanno diventerebbe un film dei fratelli Vanzina e io non voglio. Mi farebbe piacere se RaiCinema si interessasse al progetto: dentro c'è tutta la mia vita. È il primo vero film comico italiano dopo vent'anni di noia». Non le piace la comicità in Italia? «Da noi mancano le battute. L'ultimo grande comico è stato Massimo Troisi. Dopo di lui il vuoto. La mia sceneggiatura, invece, è piena di battute. Una dietro l'altra». Tornando a «Vacanze a Rebibbia», quali potrebbero essere gli interpreti? «Non ci ho ancora pensato seriamente perché è una decisione che vorrei prendere con il futuro produttore. Uno che vedrei molto bene è Ricky Memphis ma vorrei anche facce nuove». Ci anticipi qualcosa sulla sceneggiatura. Qual è la trama del film? «Ovviamente è ambientato in carcere. I protagonisti sono tratti da una malavita cialtrona. Gente che entra e esce da Rebibbia ma che è sempre convinta della propria innocenza. Anche dopo le condanne si autoconvince di non aver compiuto nulla di sbagliato». Quali sono i personaggi protagonisti della storia? «Sono soprannominati Mago e Er Curva, due scippatori con la moto. Dopo gli scippi, però, vengono sistematicamente pizzicati dalla polizia perché cadono con la moto in curva. Da qui nascono una serie di gag e battute. Poi c'è la loro vita in cella: le cene in carcere e il rapporto con gli altri detenuti, Er Patata e Sventolone su tutti». Non c'è nessuno riferimento politico? «Beh in cella c'è anche l'esaltato politico, il sessantottino visto con gli occhi dell'ironia. Senza dimenticare le donne che sono fuori dal carcere e le loro famiglie». Nella sceneggiatura ci sono anche tratti autobiografici? «Assolutamente sì. Questa storia l'ho scritta una ventina d'anni fa e la cosa che mi ha sempre colpito è che si tratta di uno dei pochi film comici ambientati in carcere. Oggi le tragedie accadono più fuori che dentro». Che intende dire? «In carcere non ho mai avuto attacchi di panico o esaurimenti nervosi. Mi è capitato tutto fuori. Insomma in carcere almeno non ci si ammala». Nel film che ruolo ha pensato per lei? «In un primo momento dovevo essere uno dei due protagonisti ma ormai ho superato i limiti d'età. Vorrei essere una sorta di supervisore alla regia, così da controllare le fasi chiave della lavorazione». Sul fronte musicale quali sono le novità? «Sono pronte anche le musiche che ho scritto appositamente per questa pellicola. Nessun testo solo musica. È tutto pronto. Basta che mi diano il "la" e si parte».