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Note che svelano gli scrigni dell'Umbria

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Ci sono tante strade per scoprire l'anima di un popolo. Una di queste è la musica, in grado di svelare le sfaccettature più nascoste e inconsce del sentire umano. A volte, però, la musica è in grado di restituire un'epoca, un sentire generale, l'incontro generazionale tra passato, presente e futuro. Tutto questo avviene nel volume intitolato «L'Umbria cantata - Musica e rito in una cultura popolare», scritto da Valentino Paparelli, etnologo e antropologo, ed edito da Squilibri. Il valore della pubblicazione risiede nel costituire un prezioso archivio di spartiti, saggi e resoconti della ricerca sul campo che Paparelli svolse negli anni Settanta tra la zona del Trasimeno, la Valnerina Ternana, la Valnerina perugina, la Conca ternana, l'Amerino-Narnese e l'altopiano di Colfiorito. Senza dimenticare i preziosi saggi di Piero Arcangeli, Giovanna Marini e Alessandro Portelli che illuminano il rapporto tra tradizione e spinte alla modernità. Dal canto suo, Valentino Paparelli prendeva appunti, scattava fotografie e registrava su nastro i canti tradizionali. Per questo i lettori si trasformano in veri ascoltatori che possono apprezzare i quattro cd allegati al volume con le registrazioni digitalizzate dei canti tradizionali eseguiti da Dante Bartolini, Americo Matteucci, Trento Pitotti, Pompilio Pileri, Villalba Grimani e Francesca Albanesi. L'obiettivo della ricerca è quello di scandagliare il rapporto tra tradizione e modernità. Mentre in alcune aree dell'Umbria, come la Valnerina perugina, si registrava la totale impermeabilità a qualsiasi documento espressivo non tradizionale, in altre, grazie anche alla presenza delle fabbriche, si consolidava un'interazione profonda tra la cultura contadina tradizionale e le esigenze via via più pressanti di comunicazione autonoma da parte della nuova classe operaia. Paparelli è riuscito a rendere tale dialettica del progresso nella sua sintesi sonora.

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