Michael Jackson ucciso dai farmaci
Comincia a dipanarsi la matassa che avvolge la morte di Michael Jackson. Cos'è successo quella mattina del 25 giugno nella villa di Holmby Hills? E soprattutto, cos'era successo nella vita di Jacko negli ultimi vent'anni? Sembra ufficiale: il re del pop era diventato dipendente dai farmaci. Medicinali molto potenti, presi anche in cocktail tra loro e utilizzati per combattere il dolore e vincere la forte insonnia di cui soffriva la popstar. Per procurarsi i farmaci, Jackson ricorreva a stratagemmi come ricette false o assunzioni senza prescrizione medica. Si fanno più forti le voci di omicidio colposo ma anche premeditato. A Jackson, infatti, è stata somministrata un'iniezione di Demerol circa 40 minuti prima che il suo cuore smettesse di battere. Sono almeno quattro i dottori al centro delle indagini. Uno di loro, il dottor Conrad Murray, si trovava accanto a Michael quando è morto. Il dottore Alex Farshchian, in una lettera datata 21 luglio 2002, consigliava al musicista di combattere la dipendenza da Demerol con iniezioni di Buprenex, altro antidolorifico. Il medico dermatologo, Arnold Klein, aveva già ammesso di aver prescritto alla popstar alcune volte il Demerol dopo interventi, sottolineando di averlo messo in guardia dal Propofol, conosciuto anche come Diprivan. La nuova luce sulla vicenda Jackson viene dalle prime indiscrezioni emerse sui risultati dell'autopsia. Secondo i test tossicologici consegnati all'ufficio del coroner della Contea di Los Angeles, quando è morto Michael Jackson aveva in corpo quantità di Demerol, potentissimo antidolorifico, e metadone, sostituto della morfina, in grado di uccidere all'istante chiunque. Oltre a dosi definite letali di Demerol e metadone, nel sangue di Jacko sono stati trovati livelli alti di Xanax, un forte ansiolitico, livelli bassi di Propofol, un anestetico usato in ospedale che Jackson usava per dormire e una considerevole quantità di Dilaudid, usato normalmente per sedare i dolori post-operatori. C'erano inoltre dosi «terapeutiche» di Fentanyl, un altro antidolorifico post-operatorio 100 volte più potente della morfina, più l'antidolorifico Vicodin, il tranquillante Valium e il sonnifero Ambien. Una persona che era molto vicina al re del pop ha rivelato al quotidiano britannico «The Sun» che «Michael era una farmacia ambulante quando è morto. Non aveva speranze». Chi già parla di assassinio è il padre ed ex manager Joe, che ha detto: «Credo si sia trattato di assassinio. Non conoscevo il nome di questi farmaci ma so che li usava per riposare». A questo punto resta da chiarire se la morte della popstar sia stata una tragica fatalità o sia stata voluta.