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Le idi di marzo

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Tiberiade Matteis La storia non si ferma e il finale è già scritto, ma lo spettacolo «15 marzo 44 a. C.», ambientato ai Mercati di Traiano dal 16 al 19 luglio alle ore 21.30 all'interno del progetto triennale Urbis Eterna, vuole riflettere ancora sulla congiura che ha condotto alla morte di Cesare, soffermandosi sul ruolo delle donne legate sentimentalmente ai protagonisti. Lorenzo Gioielli, autore e regista del lavoro nonché interprete di Cesare dimostra come l'universo femminile abbia tentato di frenare un'azione messa in moto per realizzare un tirannicidio o per salvaguardare la libertà della repubblica. Edy Angelillo ha descritto così la sua Calpurnia: «Mi sento lontanissima anni luce da lei in quanto rappresenta la donna sottomessa, umiliata, mansueta, fedele, laboriosa e tradita che non dovrebbe più esistere. La sua parte oscura è il masochismo e Cesare nel loro rapporto è il sadico, ma li lega una componente fortissima d'amore. Lei ama la fragilità e non il potere del suo uomo che sente indifeso e figlio in un vincolo viscerale e irrinunciabile. Trova il coraggio di dire tutto questo proprio sperando che non vada in senato a incontrare la sua fine». Più paritetica la relazione che unisce Bruto, affidato all'incisiva energia di Rolando Ravello e raffigurato nella sua tensione emotiva di fronte a un gesto terribile, e Porzia, a cui Virginia Raffaelli dona passionalità e indipendenza di giudizio rispetto al suo compagno. Il copione attinge alla visione shakespeariana dei personaggi nonché alle interpretazioni di Luciano Canfora e alle interpolazioni ricavate dalla rete in cui è tuttora vivace il contraddittorio su fatti tanto remoti. Se infatti Bruto ama Cesare, ha ancora più a cuore un valore che lui sta corrompendo e le donne leggono la vicenda con maggiore praticità e profondità. L'impianto scenografico si avvale dell'artista contemporaneo Gregorio Botta che giocherà sulle suggestioni di una fiamma sull'acqua per segnare il tempo di Cesare, con i costumi di Claudia Cosenza pensati per rintracciare gli archetipi del maschile e del femminino senza allusioni databili e musiche dalla valenza cinematografica. A Lorena Scintu spetta il compito di restituire la voce narrante.

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