Il sogno di Alex e Niki continua e, dopo che i due si sono dichiarati eterno amore al faro dell'isola Blu, lui capisce che è venuto il momento di dirle: «Scusa ma ti voglio sposare»
Cisono anche le amiche di sempre, ormai cresciute, che devono affrontare i problemi che la vita presenta, problemi che potrebbero anche incrinare l'amicizia tra Niki e le amiche. Ma le difficoltà sono ancora maggiori per gli amici di Alex che non riescono a superare la situazione critica e compiono il percorso inverso, mandando in frantumi i loro matrimoni. Tutti, in modo diverso, fanno riflettere sull'amore. Esiste il vero amore? può durare tutta una vita? Alex decide di mettersi in gioco e di rischiare, convinto com'è che l'amore che prova per Niki sia indistruttibile. Ma Niki ha solo vent'anni: sarà pronta per un passo così importante? Uscito in libreria il 1 luglio, il nuovo romanzo di Federico Moccia, «Scusa ma ti voglio sposare» (Rizzoli pag. 569) sta già scalando la classifica. E non poteva essere altrimenti considerando che l'autore con i precedenti volumi ha venduto 5 milioni di copie in 15 Paesi e che quest'ultimo altro non è che il sequel di «Scusa ma ti chiamo amore», e cioè 730.000 copie, 10 edizioni, un film che ha incassato al boxoffice più di 13 milioni di euro. Moccia quindi un sequel che non delude? «Direi proprio di no viste le vendite ma soprattutto i commenti sul blog, cosa che mi fa piacere proprio perché quando fai un libro di successo per di più supportato da un film, non è facile soddisfare le aspettative sul seguito». Perché Moccia è lo scrittore cult della nuova generazione? Perché la racconta bene? «Sono sorpreso perché in realtà questo è un libro per adulti che hanno paura di sbagliare facendo una scelta che dovrebbe essere definitiva. Però i giovani sono come gli adulti. Forse si crea la sintonia tra me e i ragazzi perché io non sono troppo adulto....» Quasi padre e ancora ragazzino? «In fondo in fondo sì, anche se mi sono adeguato con la mià età a tempi, amici, abitudini...certo non metto il lucchetto però stranamente mi vedono molto vicino a loro». Ma i teenager di oggi sono quelli delle play station, degli sms, del GF, dell'indifferenza? «Nel blog vedo dodicenni e tredicenni che scrivono e commentano fatti e storie con una profondità che se non sapessi la loro età penserei a persone più grandi. Vivono con profondità, dolore e sofferenza gli episodi della loro vita, quello che manca loro sono semmai quei punti di riferimento che noi diamo per scontati come l'attenzione della famiglia, l'ascolto dei genitori... ecco perché io sto vicino a loro con i miei personaggi». E l'adolescente Moccia com'era? «Io ero profondissimo, molto più di ora». Libri e film romantici come favole... «Sì, che vivono fuori dalla realtà. Sono favole moderne ma reali, diverse da Harry Potter, perché c'è voglia e possibilità di sognare». I nostri figli hanno più voglia di tenerezza di noi? «La voglia di tenerezza alcuni riescono a tenerla fino in fondo, è stato d'animo incantato, sorpreso, stupito anche dalla delusione. È brutto quando non c'è, quando finisce tutto...» Amore e coccole? «Cercano tutti una storia reale non con un avatar, ma persone con cui condividere...Sono convinto che questa generazione soltanto per il 10% è quella raccontata dai media in senso negativo, il resto ha i piedi per terra, è concreta ed ha molti valori». Anche se poi si lasciano con un messaggino? «Anche con un sms sono profondi, hanno scoperto una formula nuova ma con sentimenti invariabili nel tempo: quando finisce una storia ci restano male e stai come allora, 3 metri sopra al cielo».