Arriva il sesto Harry Potter E la magia diventa dramma
HARRYPOTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE, di David Yates, con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Michael Gambon, Maggie Smitt, Gran Bretagna, 2009. Di nuovo il mito Harry Potter. Non ho letto i libri che hanno concorso a crearlo perché, quando hanno cominciato ad essere pubblicati, non ero più un bambino, ma ho visto tutti e cinque i film che ne sono stati tratti e mi hanno sempre interessato, spesso con calore. Oggi ecco il sesto, tolto dal sesto libro della serie che si concluderà con un settimo, non ancora uscito, da cui fra il '10 e l'11 si ricaveranno addirittura due film, e avremo allora un finale in gloria. Qui non solo non c'è, ma molti "buoni" faranno una fine tragica (salvo, ovviamente, il nostro Potter) e i "cattivi", sempre capeggiati dall'oscuro Voldemort di cui conosceremo finalmente il passato, avranno ancora una volta la meglio. I personaggi sono gli stessi, i giovani, naturalmente, sono cresciuti, e così gli attori che li interpretano, a cominciare da Daniel Radcliffe con gli occhialetti di Potter; la cornice è sempre la celebre scuola dei maghi nel castello medievale di Hogwarts, ma, nella trama, si fanno avanti temi e elementi finora accantonati. Per prima cosa, dato appunto l'approdo dei protagonisti giovani all'adolescenza, i sentimenti fra i ragazzi e le ragazze della Scuola, con amoretti, rivalità, gelosie e, per Potter, addirittura un primo castissimo bacio. Poi, i climi attorno, molto più cupi, foschi e truci che non negli altri film: non solo perché i "cattivi" vincono, ma perché, ad ogni svolta, il Male e si fa avanti con furiosa prepotenza; a cominciare da quella pagina con cui si inizia, che vede mostri neri devastare Londra dall'alto, per chiudere con quella concitatissima battaglia a Hogwarts che semina vittime tra i personaggi più amati della serie. Il regista David Yates, che aveva già diretto il film precedente, "L'Ordine della Fenice", se non ha lesinato in incubi e terrori, si è mosso però con eguale abilità (e successo), in mezzo a situazioni più quiete (quelle sentimentali, appunto), ma anche in altre addirittura gioiose come quella combattutissima partita a cavallo di scope volanti, che coltiva senza remore le passioni sportive. Ancora applausi, perciò, e trilli di gioia tra gli spettatori bambini intenti a cibarsi senza misura di pop corn. Fra gli interpreti, citerò solo Radcliffe-Potter che, in questi giorni, compirà vent'anni. Ancora però con il candore dei diciassettenni d'una volta.