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Studenti a perdere, la scuola tragicomica dell'Italia di oggi

Un fotogramma del film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi

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LUNEDÌ - I libri che parlano di scuola nascono già con le grinze, invecchiano subito, sono presto dinosauri datati. Anno dopo anno, i romanzi ex catedra diventano tanti piccoli libri «Cuore», troppo romantici e nostalgici, lasciati indietro da un mondo che corre veloce. Nessun giovane di oggi si riconoscerebbe in quelli di vent'anni fa. Perfino Holden appare troppo maturo ai ragazzi, e le sue scazzottate con Stradlater troppo poco pulp. Sandro Onofri ha insegnato nella mia scuola e, nel suo Diario di classe, racconta un mondo che ormai non c'è più. Alla sua morte a 44 anni, il romanzo giaceva come un file nel suo pc e, quando fu pubblicato postumo, i cognomi non furono cambiati. Una collega, definita "bonazza degli anni 60", si era riconosciuta e aveva fatto causa, richiedendo una ristampa con tagli importanti. A scuola mia, per Onofri, c'è la damnatio memoriae, tanto che, pur essendo passati ormai dieci anni, ed essendo quello l'unico libro che ha tolto il nostro istituto di periferia dalla categoria dei non luoghi, non è mai stato acquistato. ...I libri della scuola non piacciono ai ragazzi, ma quelli sulla scuola ancora meno. Nessuno prende in prestito «Diario di scuola» o «La scuola insegnata al mio cane», nemmeno quelli comici alla Starnone. Forse questo genere di lettura gli deve sembrare una meta-tortura.   MARTEDÌ - Nel suo libro «Diario di Scuola» Pennac si sofferma sulla figura del Somaro, il cui tratto distintivo consisterebbe nella sofferenza del non capire. Esistono diversi tipi di Somari. Molti l'adottano come ruolo e a volte sbagliano apposta alle interrogazioni per essere identificati in quanto tali. Sbagliano in modo accentuato, ridendone, come se cercassero un consenso. È talmente forte questa necessità di un ubi consistam per certi ragazzi, trascurati dai genitori, che la somaraggine diventa uno status, tanto che, per farsi riconoscere, quando "fanno sega", scelgono apposta di giocare al biliardino davanti a scuola, piuttosto che a quello con più palline del bar all'angolo. Già dopo un mese di scuola ti dicono che è inutile studiare, tanto già lo sanno che li intendi bocciare. Raccontano ai compagni che hanno un lavoro assicurato come meccanico o sono seguiti da talent scout di squadre di Serie A. L'identikit del Bullo è diverso: il Bullo non si sente la vittima, ma il padrone della scuola. Lui sfida il professore apertamente. Ti chiede chi credi di essere e quanto guadagni. Il padre guadagna sempre tre volte di più. Lui è l'antagonista per eccellenza e, in alcune classi difficili, afferma il suo potere più del professore. Il Vandalo, infine, non ha un identikit. Nel corso dell'anno alcuni teppisti invisibili hanno cancellato nottetempo con gli spray i bellissimi murales dei loro compagni, hanno lasciato aperti i rubinetti dei bagni inondando le aule e hanno rotto un vetro con la bombola antincendio. Loro sono anonimi che corrono rischi altissimi, senza averne gloria. Quando se ne accorgono, per rubare un po' di popolarità ai Somari, ricorrono a Youtube. MERCOLEDÌ - All'inizio dell'anno nelle Classi Prime somministriamo un anonimo Test d'Ingresso, dal quale risulta che il 70% dei quattordicenni sceglie la scuola per la sua vicinanza, ama la Geografia più della Storia, e, soprattutto, che cosa hanno letto. Circa due ragazzi su tre hanno terminato un solo libro, che quasi sempre coincide con un romanzo d Moccia, in genere «Ho voglia di te». Quando gli chiedo come hanno fatto a sorbirsi un testo così lungo, se trovano difficile tutto, mi rispondono che va via subito. Probabilmente si avvicina un po' al loro sogno: il libro che si legge da solo! In biblioteca entrano solo se obbligati. Scelgono dal formato: chiedono libri piccoli con caratteri grandi. Alla fine prendono quello che gli suggerisci e lo restituiscono dopo mesi di ritardo, con l'orecchietta rivelatrice alle prime pagine. ... Non leggendo non hanno padronanza della lingua. Quando ho detto a un ragazzo che era ripetitivo, lui mi ha risposto, convinto, di no. - Non mi hanno mai bocciato! - mi ha risposto. La volta che gli ho gridato che sono degli Ottentotti, mi hanno ribattuto che parlano meglio di Totti. Se gli ripeto che devono leggere, dicono che mi "accollo". Il gergo giovanile si mischia con quello del luogo, mentre la lingua perde ogni anno qualche colpo. Anche le convenzioni grafiche si vanno disintegrando. Nascono accenti nuovi, a cuoricino, oppure, nel dubbio tra mettere l'acuto o il grave, l'accento orizzontale. A un esame un alunno mi ha parlato della poesia «Per agosto» (X agosto!) di Pascoli. GIOVEDÌ - Verso fine marzo, passati i cento giorni, nei quinti cambia il clima. C'è chi molla, ritirandosi a un passo dal traguardo, e chi, invece, inizia a presentarsi con improbabili mappe concettuali. Vengono da te con una serie di freccette, accostando le favelas di Geografia con le Hoowerville di Storia ed i poveri di Verga, unendoli senza avere un'idea di cosa ci sia in mezzo. Stampano da internet, copia e incolla da Wikipedia, e la loro fortuna è che i Presidenti degli esami, spesso anziani, sui nuovi media non sono aggiornati. A maggio escono i nomi delle commissioni e i ragazzi passano il tempo su studenti.it in cerca di informazioni sui nuovi professori. A giugno, in attesa di spiate sulle tracce, continuano a spendere le giornate in telefonate e, alla fine, tutto si risolve in una prova d'immaturità, dove il momento dello studio non arriva mai. In genere, non arrivano neanche i professori attesi, ma solo certificati medici. ... Alcuni anni fa si aggiunse alla commissione un commercialista cinquantenne che non aveva mai insegnato e che, per sua ammissione, non era in grado di correggere i compiti. La Presidente richiamò il membro interno, che li corresse di nascosto in vece sua. Data la palese irregolarità della cosa, non si era sentita di bocciare nessuno, così un alunno, che aveva preso 19 all'orale, voto scritto a matita, passò miracolosamente a 29 la valutazione che gli necessitava per arrivare alla promozione. Più è falsa la sostanza più si curano le formalità. Mi ricordo che, durante quegli esami, ricontammo cinque volte tutti i crediti acquisiti. Sì, perché in prossimità della prova, un po' come nei campus americani, i ragazzi fanno valere presunti meriti sportivi, portandoti patentini vari da sub o bagnini e, ogni volta, la valutazione di questo materiale, spesso falsificato, è a libera discrezione della commissione.   VENERDÌ - Quest'anno abbiamo saputo solo ad aprile che i ragazzi sarebbero stati ammessi agli esami con la media del sei, anche in presenza di insufficienze. È il primo anno che la condotta fa media e molti alunni, che non sono mai stati dei santi, si ritroveranno beneficati da voti sul comportamento molto alti pur di farli arrivare agli esami. Il voto di un anno viene spesso stravolto in pochi minuti dallo scrutinio finale. In quella mezz'ora, i docenti che vogliono aiutare qualche allievo, tirano fuori storie strappalacrime di famiglie disagiate o qualche voce su frequentazioni di droghe. A volte un professore, che non ha tenuto a posto il suo registro o ha perso qualche compito, alza il voto per non rischiare reclami. Ho conosciuto un collega di Matematica che era stato minacciato, anni prima, da un genitore e, da quella volta, al momento dello scrutinio metteva solo sufficienze. ... Comunque, in prossimità della maturità i ragazzi si avvicinano ai professori, più che per nostalgia verso qualcosa che sta finendo, o "lecchinaggio" per ottenere un risultato, perché si sentono terribilmente soli, non sapendo che faranno durante l'esame e, soprattutto, poi. Dopo aver criticato per un anno la tua giacchetta a quadri, ti chiedono consigli per il look. All'orale devo mettere gli occhiali? Devo accorciarmi i capelli? Alla cena di fine anno, come è raccontato mirabilmente ne «Il professore di Storia dell'arte» di Marco Lodoli, ti propongono di proseguire la serata con un falò o in discoteca, quasi che la distanza rappresentata dall'età e dalla cattedra, nella buia ed euforica notte prima degli esami, fosse superata.

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