La sacerdotessa del rock e la voce dell'anima
La voce dolente e rabbiosa di Patti Smith, l'inimitabile «sacerdotessa del rock», infiammerà stasera (ore 22) il pubblico di «Roma incontra il mondo» al laghetto di Villa Ada. Cantautrice, poetessa, pittrice, fotografa e scrittrice, Patti Smith è un'artista a tutto tondo che ha segnato l'evoluzione del rock degli ultimi trent'anni. La sua carriera è stata consacrata nel 2006 dall'iscrizione del suo nome nella Rock ‘n'Roll Hall of Fame, il massimo riconoscimento della musica rock. L'artista statunitense si esibirà con un inedito trio acustico insieme all'inseparabile chitarrista Lenny Kaye e alla figlia Jessie al pianoforte. Una scelta volutamente minimalista, in modo da guardare negli occhi i suoi fan e rendere ancora più emozionanti e suggestive le sue canzoni, ricche di poesia e di passione civile. In scaletta alcuni dei suoi più grandi successi, come «Because the night», «People have the power», «Dancing barefoot», «Redondo beach», «Kimberly», «Helpless» e «Gloria», ma anche brani tratti dal suo ultimo album «Twelve», nel quale la cantante rilegge a modo suo dodici brani di grandi autori della musica rock. La carriera musicale di Patti Smith, dopo anni dedicati prevalentemente alla poesia e alla scrittura teatrale, inizia nel 1975 con il folgorante album d'esordio «Horses». Un disco a cavallo tra poesia e punk che ebbe immediatamente un grande impatto nel circuito «underground» americano, tanto che lo stesso Michael Stipe dei Rem ha dichiarato di aver deciso di fare il cantante dopo averlo ascoltato. L'anno dopo il successo viene replicato da «Radio Ethiopia», dedicato all'Etiopia che fu la seconda patria di Rimbaud, uno degli idoli dell'artista. Dopo i convincenti «Easter» del 1978 e «Wave» del 1979 Patti Smith si ritira per un decennio, tornando sulle scene con la hit «People have the power» nel 1988.