Il soprano fa Mozart ed è sorprendente
Acasa del barone Melchiorre Grimm (al secolo l'attore Jean Sorell) tra gossip, tradimenti reali o potenziali ed ammiccamenti amorosi si materializza nientemeno che il divino Mozart in carne ed ossa, proprio quello che un secolo e mezzo prima aveva animato ventiduenne i salotti parigini del tempo. Vi arriva con la genialità della sua musica (nel 1778 a Parigi scrisse un balletto, una Sinfonia e altro ancora) ma anche con la sua insinuante carica seduttiva e il suo bisogno spasmodico di amare ed essere amato. A farne le spese, in questa commedia musicale scritta dall'attore Sacha Guitry per le musiche leggere e danzanti di Reynaldo Hahn e ora messa in scena al Festival dei Due Mondi con la regia briosa di Pierluigi Pizzi che firma anche scene e costumi, sono tutte le donne della casa, dalla padrona Madame d'Epinay alla neosposa de Saint Pons, dalla Guimard, celebre ballerina dell'Opéra, alla cameriera. Tanto che alla fine si provvederà all'allontanamento del «cherubino» salisburghese, il «farfallone amoroso» capace di tanto scompiglio. La partitura musicale del «Mozart» (1925) di Hahn, intessuta di motivetti e ritmi leggeri ma anche di citazioni mozartiane era diretta con Jean Luc Tingaud sul podio dell' orchestra giovanile Trento J. Futura. Ma a sorprendere era anche la adeguatezza nei ruoli rispettivi di tutti i cantanti a partire dal soprano Sophie Haudebourg nei panni di un Mozart spensierato, ingenuo, adolescenziale, frizzante. Lor. Toz.