Noia e pioggia, grandinata di polemiche
AndreaDi Consoli La grandine di ieri pomeriggio ha reso freddolosa e grigia la sessantatreesima edizione del Premio Strega. Meno gente del solito al Ninfeo di Villa Giulia, pochissimi i vip tra i tavoli: solo un sornione Cesare Romiti e, a metà serata, un pallido Veltroni, agguantato da sempre meno intellettuali di sinistra, in passato assai calorosi con l'ex segretario. Solito, invece, lo sfoggio di capi firmati, di cipria sul viso; e immancabile la ressa al buffet, preso d'assalto senza ritegno, tanto che lo scrittore Errico Buonanno, suggerito dalla moglie Claudia, escogita una interessante teoria sulla forza dei gomiti delle vecchie borghesi, imbattibili nel farsi spazio tra la calca affamata. La scrittrice Sara Ventroni, intanto, continua ad analizzare la serata colma «di ansia e di grigiore», mentre Benedetta Centovalli, brillante critico e editor di Cairo editore, definisce lo Strega «una spina nel cuore». Saluti, strette di mano, capanelli stanchi. Tutti a ripetere che è «una buffonata», «un ballo in maschera», «una cosa inutile». Entra Marzullo, appeso al cellulare, e si guarda intorno per essere salutato. Alberto Bevilacqua, veterano del premio, non ha opinioni: «Ti trasferisco la mia opinione nella tua mente», mi dice. Andrea Vitali fuma sigarette seduto a un angolo. Massimo Lugli è contento, sia della serata che della sua casa editrice: «Intendiamoci, eh! Io sono venuto qui per combattere fino alla fine!». Tutti stanno con un bicchiere in mano, ogni tanto passano i camerieri con pirofile bollenti piene di lasagne. Fulvio Abbate, sciarpa anarchica: «Ora mi aspetto che l'anno prossimo vinca direttamente un romanzo di Silvio Berlusconi». Francesco Piccolo, camicia sbottonata e sigaretta, non ha opinioni, è entrato a Villa Giulia «col motore spento». Strette di mano, saluti, baci. Gianni Bisiach è sudato come non mai. Anche Andrea Cortellessa, il critico letterario, è in un bagno di sudore. Si intravedono Elkann, La Capria, Golino, Pedullà padre e figlio. E tanti scrittori della nuova leva: Giorgio Vasta, Emanuele Trevi, Mario Desiati, Luca Mastrantonio. Giovanni Russo, il principe dello Strega, è il più lucido di tutti: «Il Premio Strega sta vivendo il suo momento più difficile. Le cose andranno sicuramente meglio in futuro, ma adesso è ai suoi minimi storici». Antonio Scurati, infine, neopadre, è il più sobrio di tutti. Chissà che la vincitrice del Premio Strega non sia la sua piccola figlia appena nata.