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Il cinema contro Tremonti

Tremonti

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{{IMG_SX}}Poco più di un mese fa, il ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi si augurava di aiutare il cinema italiano. Ma ieri, alla Camera, affermava la necessità di una riforma «radicale e coraggiosa» delle fondazioni liriche, mentre l'opposizione e il mondo dello spettacolo polemizzava contro il mancato reintegro del Fus (il Fondo unico per lo spettacolo). Le associazioni di categoria Agis, Anica, Anac 100 autori denunciano che, mentre si accinge ad ospitare il G8, «presentando l'Italia come il paese della cultura e dell'arte, il Governo assesta un colpo micidiale alla cultura e all'arte italiane. Il Consiglio dei Ministri si è rifiutato di adottare il decreto di parziale reintegro del pesante taglio al Fus, che avrebbe consentito una sopravvivenza minima delle attività culturali, pur restando l'investimento pubblico complessivo dell'Italia il più basso fra quelli dei paesi sviluppati». Le associazioni fanno notare che «dall'inizio dell'anno sono stati adottati diversi provvedimenti a sostegno delle imprese in molti settori ma nessuno nello spettacolo, mettendo in ginocchio migliaia di imprese e a repentaglio il futuro di 200 mila lavoratori del settore». Il presidente di Cinecittà Roberto Cicutto si augura che «nei termini della conversione in legge del Decreto Economia si possa reintrodurre quanto previsto per il reintegro del fus, e che il Governo mantenga gli impegni presi», ricordando «le assicurazioni più volte date in pubblico dal ministro Bondi, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, dinanzi al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La mancata approvazione del reintegro del Fus crea un blocco di gran parte della produzione con la riduzione dei film prodotti e sui livelli occupazionali».

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