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I farmaci "letali" del re del Pop

Michael Jackson in un'immagine del 23 giugno 2009, durante le prove per i concerti di Londra

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Il giallo si infittisce e la morte di Michael Jackson si trasforma nella trama di un vero e proprio thriller. L'ultima rivelazione viene dalla polizia di Los Angeles ed è una di quelle indiscrezioni destinate a lasciare il segno. Nella casa di Jackson è stata trovata una confezione di Propofol, un potentissimo sedativo utilizzato per addormentare i pazienti prima di un intervento chirurgico. Un medicinale che non avrebbe potuto essere acquistato da un privato e per uso domestico e che, dunque, non avrebbe dovuto trovarsi nella villa di Jackson. Non solo, il Propofol verrebbe usato con la Lidocaina, un anestetico che sarebbe stato trovato vicino al letto di Jackson. Se davvero al cantante fosse stata somministrata questa medicina, colui che l'ha prescitta rischierebbe di essere accusato di omicidio. Ora diventa centrale il ruolo di Conrad Murray, il medico personale di Jackson. Murray è uno dei testimoni chiave dell'inchiesta e la famiglia sospetta che Jackson sia morto perché lui ha commesso degli errori. E non è finita qui. Nelle ultime ore è spuntata anche la testimonianza di una infermiera di nome Cherilyn Lee che, fino a marzo, ha lavorato per Jackson come nutrizionista. La donna ha raccontato che il cantante soffriva da mesi di una grave forma di insonnia che lo tormentava. Secondo il racconto della Lee, più volte Jacko le avrebbe chiesto senza successo di poter utilizzare il Diprivan, un altro potente sedativo che viene somministrato in vena. La nutrizionista ha riferito di aver ricevuto dal cantante una telefonata convulsa il 21 giugno scorso, quattro giorni prima del decesso, che le ha fatto venire il sospetto che Jackson fosse riuscito comunque ad avere il potente sonnifero o un altro medicinale simile. Mentre si trovava in Florida, la Lee è stata contattata da un membro dello staff del cantante: «Mi ha chiamato e mi ha detto: "Michael ha bisogno di vederti subito", e io ho risposto: "Che c'è che non va?". E ho potuto ascoltare dietro la voce di Michael che diceva: "Una parte del mio corpo è calda, è calda e una parte del mio corpo è fredda, è molto fredda". Io ho detto: "Ditegli di andare in ospedale, non so cosa stia accadendo". A quel punto ho saputo che qualcuno gli aveva dato qualcosa che aveva colpito il suo sistema nervoso. Aveva grandi problemi quella domenica e urlava». Jackson, però, non si è recato in ospedale ed è morto il giovedì successivo. Intanto è stato depositato al Tribunale di Los Angeles il testamento del 2002 e l'unico che i legali di Jacko affermano essere stato firmato di suo pugno dall'artista. Il documento sarebbe stato stilato dall'avvocato John Branca, nominato esecutore testamentario assieme al legale e amico Londell McMillan. Tutti gli averi di Jacko andrebbero alla società fiduciaria «Michael Jackson Family Trust», di cui non si precisa la composizione. Mentre la custodia dei figli va alla madre, o - in caso di decesso o impossibilità di quest'ultima - all'amica Diana Ross. Nulla, invece, è lasciato all'ex moglie Debbie Rowe e al padre Joseph. Inoltre ieri, la famiglia Jackson ha comunicato che «contrariamente alle notizie precedenti, non ci sarà una cerimonia funebre né privata né pubblica del re del pop nel ranch di Neverland. Si sta programmando una cerimonia di ricordo pubblica ma sarà annunciata a breve. Non ci sarà dunque una «public viewing» a Neverland perché la famiglia non ha ottenuto l'autorizzazione per seppellire Michael Jackson nel suo ranch californiano, nella Contea di Santa Barbara, a circa 150 chilometri a nord-est di Los Angeles. Lo rivela il Los Angeles Times, secondo il quale, nonostante il desiderio dei familiari, le autorità non sono riuscite ad aggirare le restrizioni legali che riguardano «la sepoltura in una residenza privata». Al cambio di programma hanno contribuito le difficoltà logistiche, ma anche i timori per la sicurezza, visto che nella tranquilla ed esclusiva enclave californiana, gli alberghi erano già tutti esauriti e si temeva una marea umana di giornalisti e soprattutto di fan dell'«eterno bambino» che si sarebbero riversati nella stretta stradina di montagna che porta nell'«isola che non c'è». Non è escluso che la cerimonia venga trasferita all'arena dello Staples Center, la stessa dove Jacko ha tenuto le ultime prove del Tour che non è mai partito e dove aveva cantato anche il giorno prima della morte. Probabilmente poi il cantante sarà sepolto nel cimitero di Forest Lawn. Intanto la morte improvvisa di Michael Jackson ha gettato nella disperazione molti suoi fan, al punto tale che dodici di loro si sarebbero tolti la vita. La notizia è rimbalzata su Twitter. Per questo è intervenuto lo stesso reverendo Jesse Jackson, amico di lunga data di Michael che ha detto: «C'è un senso di grande perdita e di grande dolore, ma dobbiamo celebrare la vita di Michael. Dobbiamo mantenere il suo senso di dignità, renderlo felice dicendo "We are the world". Non autodistruggetevi». E mentre continua il pellegrinaggio dei fan davanti al ranch di Neverland pare che i cinquanta concerti previsti alla 02 Arena di Londra si trasformeranno in altrettanti omaggi alla memoria della star a cui parteciperanno anche i suoi fratelli.

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