La notte di Saviano
La bellezza e l'inferno, il fascino e l'orrore di una terra amara, il Sud dell'Italia e non solo, hanno danzato insieme sotto le nude volte delle terme di Massenzio. Si è chiusa così l'ottava edizione del Festiva "Letterature" 2009 con spettatori d'eccezione fra i quali Dario Franceschini, Walter Veltroni e il direttore di «La Repubblica» Ezio Mauro. Sono la bellezza e l'inferno gridati da Saviano, un Saviano blindato e vietato ai giornalisti a differenza degli altri ospiti che hanno animato la rassegna romana. È il cantore sofferente di storie di un mondo - sillaba sul palco - «sconvolto dalla barbarie e osservato attraverso gli occhi delle donne dei clan che impongono o subiscono il ricatto di un codice non scritto, fatto di violenza e di pratiche dal sapore crudamente ancestrale». Scorrono gli scatti che hanno per oggetto oscuri personaggi e tanto sangue. Ed ecco Saviano, l'autore di "Gomorra", lo scrittore italiano del momento, tradotto il cinquanta paesi del mondo. «L'Italia che ci riguarda», è questo il titolo dell'inedito che l'autore campano propone alla vasta ed attonita platea romana. Sono parole pesanti, quelle pronunciate sulle donne camorriste, un girone dantesco al femminile in cui «ai mariti sono concesse le amanti, purché straniere», dove «corteggiare, per un affiliato, diventa marcare il territorio», e l'imperativo con cui vengono educati i giovani camorristi è «mai sotto una donna, cioè viene insegnato loro a non lasciare mai che la donna stia sopra di loro durante l'amplesso, perché significherebbe mostrarsi sottomessi». Sembrano realtà lontane, ma sono spaccati dell'Italia, quella vera, orribili olezzi di una palude spesso dimenticata dalla politica, che tuttavia rappresenta la più florida azienda del Paese: 100 miliardi di euro e affari in tutto il mondo, una cifra che stride con la povertà del Meridione.Parole che fendono l'aria e toccano le coscienze come accade rare volte. Saviano graffia il perbenismo snobista dei benpensanti e ricorda infine Mazzini: "L'Italia sarà ciò che il Sud sarà".