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"Io, spietata dark lady"

Eva Henger

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Bella, determinata, coraggiosa e con tanta voglia di cambiare pagina. Eva Henger lo ha fatto, mettendo alla prova le sue doti di attrice e di donna dello spettacolo, passando con disinvoltura dal genere erotico (nella Scuderia dell'ex marito Riccardo Schicchi) a quello televisivo per famiglie («Paperissima»). Dalla commedia sentimentale (come l'ultima di Jerry Calà «Torno a vivere da solo») alla conduzione radiofonica del programma «Due di notte» di Radiodue. Fino al film autoriale che si prepara a girare con il regista Giuseppe Ferrara. La pellicola, un action movie di stampo poliziesco, dal titolo (provvisorio) «La tredicesima corda», vedrà il ritorno al cinema italiano del leggendario Thomas Milian, nel ruolo del commissario Scirè che dà la caccia al terribile bandito romano Sergio Maccarelli. Era il 1972 quando a Roma, in via Tor Marancio, Maccarelli, il re delle bische, venne ucciso. Lo chiamavano «Er Più», per il suo viso grossolano e il naso schiacciato dai tanti pugni presi sul ring. Quel delitto fece storia, perché Roma ancora non era preda dei marsigliesi o dei sequestri, né della banda della Magliana, dei mafiosi, dei cutoliani o dei giochetti dei Servizi e degli affari sporchi della finanza.  Henger, in quale ruolo la vedremo nel prossimo film? «Vestirò i panni della contessa Naccarato, una donna cattiva e spietata che pensava solo ai propri interessi. Gestiva delle bische, protette dal commissario (Thomas Milian), con il quale intratteneva una relazione sentimentale, ma era protetta pure dal questore, dal vice capo della polizia, da due marescialli dei carabinieri e da un agente. Su di lei fu aperta un'inchiesta e qualche mese dopo l'omicidio di Maccarelli, ucciso il 18 ottobre 1972, la contessa venne chiamata in tribunale. Sarà un film d'azione, duro e violento, che rievocherà quegli anni, alle soglie di grandi trasformazioni sociali e politiche italiane». Perché è stata scelta da un regista impegnato come Giuseppe Ferrara? «La produzione del film è stata curata dal mio compagno, Massimiliano Caroletti, che l'ha proposta a Ferrara e subito lui mi ha scelto per questo ruolo perché era, a suo parere, perfetto per me. Sono davvero onorata di lavorare con lui e tra noi si è instaurato un bel feeling. Questo per me sarà un autentico debutto nel cinema d'autore. Sono emozionatissima e non vedo l'ora di cominciare le riprese a ottobre prossimo». L'anno scorso doveva recitare in teatro Santa Maria Goretti di Carmelo Bene: perché il progetto si è bloccato? «Era un'idea di Maurizio Costanzo che io ho appoggiato subito. L'ho trovata entusiasmante e mi piaceva molto interpretare sul palco un personaggio così spirituale. Ma poi, la moglie di Carmelo Bene che aveva ereditato i diritti del marito dopo la sua morte, non ha voluto darci il consenso per utilizzare quei testi». Lei è riuscita a recitare con grande disinvoltura in vari generi, dall'erotico alla commedia familiare, in tv come al cinema e in teatro: non ha mai trovato ostacoli in un Paese cattolico come l'Italia? «Credo sia una questione di intelligenza e di carisma. Io ho dato prova di voler cambiare davvero. E ho smesso con l'erotico, ma se avessi continuato su questa strada, certo, non avrei potuto fare cinema o tv». Perché dall'Ungheria si è stabilita in Italia? «A 17 anni vinsi un concorso di bellezza e tra i premi c'era un viaggio a Rimini in pullman per 10 giorni. Poi tornai a 18 anni a Roma a fare la modella e subito incontrai il mio ex marito Riccardo Schicchi. Iniziai a lavorare con lui e da allora non mi sono più fermata». Si sente realizzata nel suo ruolo di madre? «Sì, ho un bel rapporto con i miei figli, Mercedes (18 anni) e Riccardino (16), figli di Schicchi. E poi due mesi fa è nata Jennifer con il mio compagno (il produttore Massimiliano Caroletti). Vengo da una famiglia allargata, eravamo 7 figli di 5 madri diverse e da lì ho imparato molto. Ad esempio, a non imitare mia madre che a volte usava i figli come ostaggio nel rapporto conflittuale con il marito. Viviamo con molta armonia, anche con il mio ex marito. I miei figli si fidano di me e si confidano molto, mi chiedono consigli. Sì, penso proprio di essere una buona mamma».

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