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Il dramma dei clandestini a Los Angeles

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Siricorderà, negli anni Novanta, quel film di Peter Weir, intitolato appunto «Green Card - Matrimonio di convenienza», che interpretava Gerard Depardieu recitando per la prima volta in inglese. Quella era una commedia con risvolti sentimentali, il film di oggi, invece, diretto da Wayne Kramer, naturalizzato americano dopo esser stato cittadino del Sud Africa, è decisamente un dramma, in qualche passaggio anche molto doloroso. Al centro c'è un poliziotto di Los Angeles che opera nell'Ufficio Immigrazione, interpretato con molta umanità da Harrison Ford. Sa che, soprattutto dopo l'11 settembre, i regolamenti e anche i sistemi per applicarli si sono fatti più duri, ma lui si impegna a farli sempre osservare nel modo più corretto, senza nessun eccesso persecutorio. Attorno a lui, in una trama di impianto scopertamente corale, varie vicende, la maggior parte di segno negativo. Quella di un'attricetta australiana che, per ottenere la «green card», deve pagarla con sgradevoli prestazioni sessuali, quella di un'operaia messicana che, espulsa perché senza permesso di soggiorno, lascerà negli Stati Uniti il figlioletto morendo alla fine per raggiungerlo clandestinamente, quella di una studentessa del Bangladesh che, esprimendosi a scuola con affermazioni equivocabili sul terrorismo, viene portata di peso alla frontiera, ed altre ancora in cui spesso il poliziotto dell'Immigrazione interviene a risolvere situazioni anche molto complicate con il suo rispetto per gli altri, senza far differenze nei confronti di nessuno. Abbastanza dissimile, in questo, da molti suoi colleghi. L'accento, però, non cade solo su di lui, ma anche su molti altri attorno, nel bene come nel male. Con piglio tra il facile e il retorico, ma con animo partecipe, attento alle fisionomie, ai risvolti dei caratteri e a momenti che, in qualche passaggio, risultano tesi fino alla commozione. Un film scritto comunque con impegno e rappresentato con qualche vigore. Una pagina bella, il modo, quasi per metà taciuto, in cui il poliziotto annuncia la morte della clandestina messicana. Un esempio fine di regia.

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