L'amore scalda il cuore solo se è disinteressato
Il vecchio Re Davide, fondatore di Israele, grandissimo profeta, autore dei Salmi, divenuto potentissimo e anziano, volle che nel suo letto ci fosse Abisaig, la ragazza che lo scaldava. Perché il potere no, non scalda né il cuore né il corpo. E la vita senza calore diviene un inferno ghiacciato come quello dantesco. Non è vero che, come dicono in Sicilia, dove di calore ne hanno da vendere: comandare è meglio che fottere. Lo possono dire i Siciliani che fanno l'amore con una tale soavità, come se fosse un semplice passaggio in più di tale loro naturale, saporoso calore. No, a parte i nostri fratelli siciliani, solo un uomo già morto dentro può scaldarsi più per il potere che per la lussuria. Il quale, sia detto subito, il grande Eliot vide come gli unici Dei che avrebbero prosperato nel '900: usura, lussuria, potere. Ci prendeva, il poeta. Mentre altri, poveracci, pensavano che il grande Dio sarebbe divenuto lo Stato. Che forse usavano come maschera per dire "nostro potere". Ma il caldo non è mai collettivo. E infatti si ammazzavano pure quelli tra loro, o si facevano fuori politicamente usando le puttane-spia. La fellatio e lo yen muoveranno il mondo; più o meno così profetizzò Kurt Vonnegut, lo scrittore. Cosa sia successo a Palazzo Graziali non ci interessa. Il Premier va a letto con una bella ragazza? Fatti loro? Lei lo fa per soldi? Poveretta. Lui lo sa? Poveretto. E stop. Nel paese dove centomila fuochi di prostitute sono lungo le nostre strade sarà la notte di Palazzo Graziali a fare problema? Tra l'altro pare che la Patrizia non sia stata nemmeno pagata. Il solito politico scroccone. Ma scandalizzarsi come fanno i giornali che nel frattempo nelle loro pagine culturali esaltano i libri hot scritti da prostitute o da ninfomani fa solo sorridere. Il problema sarebbe da affrontare dal punto di vista giusto. Che è quello del freddo, del niente che ci scalda abbastanza. E mentre i media nutriti di gossip fino all'orlo fanno ora prediche da mormoni, altro che estate bollente. Un grande freddo si stende sul nostro povero paese. Vediamo perché. Finalmente facciamo cultura, partendo dal letto sfatto del potente. Leggiamo lì il freddo che ci prende tutti, chi non lo sente alzi la mano, e che vorremmo mandar via dalla vita, chi con le donnine, chi con il potere, chi con strane dedizioni… Il grande freddo del bel paese del sole. Il grande freddo del paese del bel canto. La puttana del potente di turno, con qualsiasi iniziale cominciasse il suo cognome, è stata di volta in volta la tv, la cultura, le gerarchie di vario genere, la classe industriale, la classe sindacale. Tutte puttane fredde. Che allagano il potere ma non il cuore, o meglio, l'illusione del cuore. Perché ciò che scalda veramente è la gratuità. L'amore gratuito. Quel che gli somiglia produce somiglianza di calore. Che svanisce subito, e lascia vane tracce. Ma dov'è l'amore gratuito? In quali condomini abita? In quali tinelli? In quali stanze da letto, o in quali cucine? Dove troveremo un po' di calore che ci faccia ricordare cosa è la vita?