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Brizzi: "Una scuola tutta da rifare"

Fausto Brizzi

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Tempo di esami, tempo di emozioni adolescenziali e intense. La musica che si ascolterà in quei giorni, rimarrà per sempre stampate nei ricordi. Come le sensazioni di paura e ansia, legate magari ai primi grandi amori, quelli che vivranno nella leggenda. Certi aneddoti, disastrosi o piacevoli, si insinueranno nelle storie che si racconteranno poi da adulti e quei giorni rimarranno impressi come un segno indelebile nella personalità di chiunque li ricorderà. Il regista Fausto Brizzi lo sa bene, tanto da aver rappresentato in due film («Notte prima degli esami» e «Notte prima degli esami oggi») le vicende dei liceali alle prese con la maturità. Brizzi, le emozioni legate agli esami di maturità sono uguali per tutte le generazioni? «Sì, è un evento epocale che tutti devono vivere. Poi magari se incontri il tuo prof da grande, al pensiero di quei momenti, ti senti stupido e provi anche un pizzico di tristezza». Il ministro Gelmini ha detto che la scuola non sarà mai più quella buonista del '68: lei è favorevole ad una riforma più rigorosa? «Certo, occorre una formazione scolastica più selettiva. Anche se, stando agli ultimi dati, il numero dei non ammessi quest'anno è aumentato parecchio. Pure il voto in condotta è necessario, altrimenti gli studenti vivrebbero nell'anarchia. Se poi ci sono personalità di ragazzi che reagiscono male alle bocciature, persino con gesti estremi, non è colpa della scuola: sono personalità più deboli e sensibili che avrebbero fatto lo stesso gesto se avessero perso un concorso o il loro amore». Quindi la riforma della scuola la condivide? «Non del tutto, è poco profonda. Occorre puntare anche sulla formazione del personale insegnante. In questi anni ho girato molti licei per presentare i miei film e ho visto professori motivati e meravigliosi, ma altri soporiferi e disinteressati al sapere degli studenti. E poi vanno riviste le materie». Quali materie abolirebbe e quali invece vorrebbe fossero insegnate in modo più intensivo? «Abolirei latino e greco. Sono lingue morte inutili, anche se aiutano a scoprire il significato etimologico dell'italiano. Ma non per questo si devono fare noiose traduzioni, perché certe etimologie basta verificarle sul vocabolario. Invece, intensificherei le ore di inglese, francese o spagnolo, magari di cinese. E poi, farei studiare di più l'educazione civica, aggiungendo materie nuove, come ecologia, educazione sessuale, sociale e politica». In che anno ha sostenuto gli esami di maturità? «Era l'87. La mia è stata la prima generazione disimpegnata, dopo quella politicizzata degli anni '70. I ragazzi ora vedono la politica e la società con diffidenza, troppi cattivi esempi. La scuola dovrebbe orientarli. Io non sono un modello positivo, ho preso 43 su 60 e ho fatto il biennio al ginnasio e il triennio allo scientifico». Cosa consiglia agli studenti la notte prima degli esami? «Non studiare. Ormai quello che si sa è già stato memorizzato. Io sono andato a giocare a pallone e non ho mai preso litri di caffè per tenermi sveglio a ripassare. Però, sono stato molto bravo a impapocchiare le cose, soprattutto agli esami. Le mie lacune le riempivo con la simpatia». Quindi è meglio rendersi simpatici con i professori che fare la figura dei secchioni? «Sì, è un grande insegnamento da usare negli esami come nella vita. D'altra parte, quelli che sono più simpatici al capo ufficio fanno più carriera, è risaputo. È un'arma in più da usare sempre». Ora, sta preparando un altro film? «In realtà, sono due film che si riferiscono ad uno stesso tema: "Maschi contro femmine" che uscirà a febbraio e, dopo qualche mese, sarà in sala il seguito "Femmine contro maschi". Ci sarà un cast corale ricchissimo e tornerò a dirigere dopo 4 anni Nicolas Vaporidis». Sarà una saga sulla guerra dei sessi? «Proprio così. Prenderò in esame tutte le età, dall'infanzia alla vecchiaia per dimostrare che donne e uomini vivono in mondi separati e alieni. Gli uomini sono elementari e sottovalutano le donne che invece sono complesse e sopravvalutano gli uomini. Se, ad esempio, un uomo tradisce la donna perché magari è incinta e non può fare l'amore con lei, gli uomini dicono: "Poveretto, che doveva fare". Ma le donne urlano: "Str..."». Un po' come accade nel caso Berlusconi... «Beh.. no, il caso è diverso, parliamo di un premier di grande visibilità e, purtroppo, non del personaggio di un film».

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