Tiziano Ferro in concerto all'Olimpico
«Sono calmo, calmissimo. Niente crisi d'ansia della vigilia.Però...». Però? «Per la prima volta nella mia vita mi è spuntato un herpes sul labbro». Tutto Tiziano Ferro in due battute. Oggi (biglietti esauriti) e domani sarà all'Olimpico, in una specie di battesimo del fuoco anche per uno abituato a pestare i palchi intercontinentali. «La mia prima volta a Roma, anni fa, cantai all'Horus. C'erano 800 persone. In queste due serate ne verranno quarantamila, allo stadio. Questo per me è un luogo sacro». Che però è stato disertato dal pubblico per il concertone di sabato scorso per l'Abruzzo. «Non è andato bene come quello di Milano? Aver tirato su quasi ottantamila biglietti in due occasioni è un bilancio positivo, per la beneficenza». Insomma. «Mettiamola così: non voglio far polemica, ma forse sarebbe stato meglio esibirsi tutti in un unico show, anziché divisi in due concerti a 24 ore di distanza. È difficile mobilitare un Paese su appuntamenti così ravvicinati: molti miei amici si sono organizzati per andare a San Siro, che è stato annunciato prima. Se magari la "Corale" di Roma avesse avuto luogo tra un mese, ci sarebbe stato il pienone». Che dire delle polemicucce sulla qualità della canzone collettiva "Domani"? «Sono orgoglioso di averla incisa insieme a decine di colleghi. Quel giorno, in studio, c'era un'atmosfera surreale. Eravamo tutti commossi». Tutti? «Beh, mi sono sentito orgoglioso di essere un cantante italiano, e non mi capita sempre. Non avrei mai pensato si riuscisse a volare più alto delle solite manie di protagonismo. Abbiamo dato un bel messaggio di coesione, un segnale che rimarrà, quando tante chiacchiere saranno evaporate. E poi a me quel pezzo piace davvero. L'ho già eseguito dal vivo, e lo rifarò al concerto di Teramo». Anche quella sarà una sera particolare. «Ci saranno le famiglie che vivono nelle tendopoli. Io e l'Avis ci siamo divisi uno sforzo di partecipazione per la ricostruzione della Casa dello Studente dell'Aquila. Quando c'è un obiettivo concreto, i ragazzi sentono l'obbligo morale di rispondere all'appello». Stasera si riapproprierà di "Non ti scordar mai di me", il tormentone che lei ha scritto per Giusy Ferreri. La sua amica sta vivendo un momento artisticamente non brillantissimo, parrebbe. «Questi ragazzi che escono dai talent show della tv e credono di avere già la fama in tasca, poi devono pareggiare i conti con la carriera». Ma avete litigato??? «Quando mai?!? La adoro. Però Giusy deve capire che ha fatto un miracolo a vendere tutti quei dischi, e che il difficile viene adesso. Deve scoprire se è disposta a costruirsi un futuro da cantante piazzando mattoncino su mattoncino, accettando la gavetta. Ci vuole tempo e pazienza in questo mestiere, dove la credibilità te la giochi andando prima nei club e poi nei palazzetti semivuoti». Lei, Ferro, l'ha capito presto. «Arrivo all'Olimpico otto anni dopo i miei esordi. Non si possono bruciare le tappe. Io, Laura Pausini, Giorgia sappiamo bene che devi fare mille cose, oltre a cantare. Scegliere i singoli giusti, andare nelle radio, farsi intervistare. E ogni volta che ti senti un divo, sei costretto a ricominciare. Convincere l'Italia, poi l'Europa, il Sudamerica. Vedi ventimila persone che ti acclamano in una città straniera e pensi: è fatta. Poi sorvoli l'oceano e intuisci che, letteralmente, dovrai rimettere i piedi per terra prima di guadagnarti un applauso». Quindi a Giusy che sembra aver rallentato... «...dico che è meglio prendere le mazzate adesso, non dopo. Ma anche che va lasciata in pace. Non è colpa sua se è stata catapultata in un limbo dove rischi di sentirti un supereroe. Giusto che le giovani rivelazioni ritrovino il contatto con la realtà, che riscoprano i veri valori della vita prima che qualcuno o qualcosa te li rubi dall'anima». A lei è capitato? «Ho imparato a difendermi, per poi ritrovare me stesso, costantemente. Sono nato e morto mille volte, davanti a un microfono». Per queste date capitoline ha annunciato una sorpresa. una canzone in qualche modo "romana". «Saranno addirittura due. Stasera ne farò una, domani entrambe. Ma non mi si chieda quali sono. Se è una sorpresa, resti tale. Il pubblico non rimarrà deluso».