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Sgarbi: "I Telamoni non potevano restare sdraiati"

Il tempio della Concordia

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{{IMG_SX}}Per il professor Vittorio Sgarbi, critico d'arte e sindaco di Salemi (piccolo comune in provincia di Trapani) il progetto di rialzare uno dei giganti in pietra calcare del IV secolo a. C. nella Valle dei Templi di Agrigento è «assolutamente giusto». Crede che sia un vantaggio modificare lo skyline della Valle dei Templi con un Telamone alto 8 metri? «È una scelta sicuramente da preferire rispetto all'altra che vuole invece lasciare le opere a terra. La cultura di rialzare i monumenti è tipica della prima parte del secolo, poi fu trascurata, ma ora è giusto e positivo che venga rispettata di nuovo. Meglio operare in questo senso che alimentare le polemiche sulla restituzione di opere da un paese all'altro». Si riferisce al pomo della discordia tra Atene e Londra riguardo ai marmi del Partenone? «Esattamente. I cosiddetti marmi di Elgin di cui il nuovo Museo dell'Acropoli ha chiesto, finora invano, la restituzione furono rimossi da Lord Elgin che li portò in Inghilterra. Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, all'inizio del XIX secolo, quando era ambasciatore in Grecia strappò grossi pezzi di fregio, timpano e metope del Partenone. L'intenzione era di adornarne la sua villa ma finì per venderli nel 1817 al British Museum». Molti visitatori lamentano però uno stato di trascuratezza all'interno della Valle dei Templi, è così? «Per quanto riguarda la manutenzione non lo so di preciso, non me ne occupo personalmente. Ma certo per tutto ciò che concerne gli interventi fatti, come quelli di Lucio Trizzino sul Tempio della Concordia, i lavori sono ineccepibili. Forse, esteticamente, potrebbero migliorare le illuminazioni, ma gli interventi degli anni '80 e '90 sono stati fatti bene». Quali sono invece le aree sulle quali si potrebbe intervenire per un miglioramento? «Si potrebbero intensificare gli scavi nell'area del Monte Polizo e di Mokarta, dove sono già state ritrovate tracce d'insediamento d'età del Bronzo e una fase di età del Ferro caratterizzata anche da una frequentazione greca. Monte Polizo sta svelando un importante abitato elimo, che fu luogo di incontri e forti contatti con i Cartaginesi, e che forse fu oggetto della distruzione dei Greci, diretta ad interrompere questi rapporti. Ma sono ancora soltanto ipotesi che aspettano i nuovi contributi delle prossime campagne di scavo per essere convalidate». In qualità di Alto Commissario lei ha sostenuto un intervento di ripristino del Casale di Piazza Armerina, come proseguono i lavori? «Molto bene, Nel 2010 potremo inaugurare tutta Piazza Armerina, con il recupero completato dei mosaici della Villa Romana e la sostituzione della copertura della stessa».

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