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La luna vista dal basso tra «scienza» e sentimento il confronto Larsson-Pearl

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Saràl'ultima serata letteraria, cui seguirà quella con un fisico e un geologo giovedì sera e poi, il 30, un appuntamento speciale fuori programma con Roberto Saviano. Per Larsson, i cui libri in Italia sono editi da Iperborea, il mistero deve rimanere tale per avere tutta la sua forza di suggestione e spingerci a capire qualcosa, per questo è critico con l'arrivo dell'uomo sulla Luna, «costato migliaia di miliardi per una breve passeggiata e scoprire due miseri minerali che non ci sono sulla terra. Fino a poco fa erano tre, poi uno l'hanno trovato in una miniera in Sudafrica». Per Pearl il discorso è diverso. Quanto Larsson vive nella natura, ama passare lunghi periodi in mare in barca a vela e si interroga, anche domani sera col suo testo inedito, se contino più i sentimenti o le nozioni per il nostro processo di conoscenza, tanto lui sta in biblioteca a Yale e, così, il suo intervento di stasera è di tipo più saggistico, cercando di confrontare come hanno visto la luna Dante, Edgar Allan Poe e Charles Dickens, i tre personaggi attorno all'opera dei quali ha costruito i suoi tre thriller, editi da Rizzoli. Del restio confessa: «Io non vado per mare, la luna non è un mio punto di riferimento e anzi, non ho alcun senso d'orientamento. Quindi il mio rapporto con lei è tutto letterario». Per tutti e due comunque il conflitto è tra la realtà così come è e quella creata dall'immaginazione letteraria.

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