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"L'amorosa inchiesta": va in scena la letteratura

Ida Di Benedetto

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Un evento curioso che fonde teatro e letteratura, volti noti con esperienze d'esordio, consapevolezza creativa con giovani talenti, è «L'amorosa inchiesta», una replica unica prevista stasera al Valle alle 21, con Ida Di Benedetto affiancata dalla prima apparizione scenica dello scrittore d'eccellenza Raffaele La Capria per una drammaturgia elaborata da Emanuele Trevi con regia di Pierpaolo Sepe e musica di Enzo Gragnaniello. Si snoda così la vicenda dell'incontro fra un libro e la sua pubblica lettura, proposta da un'intraprendente attrice come Ida Di Benedetto a un intellettuale schivo e moderato come La Capria, abituato a confidarsi nella solitudine della scrittura molto più che davanti a una platea. Gli spettatori sono invitati a ingresso libero, fino all'esaurimento dei posti, per comprendere meglio la natura di un'iniziativa artistica sui generis. Uno scrittore riceve nel suo studio la visita di una famosa attrice. Lui, Raffaele La Capria, è insieme scettico e incuriosito. L'idea di Ida di Benedetto è quella di portare in scena uno dei suoi ultimi libri, «L'amorosa inchiesta», e in particolare la prima delle tre lettere di cui si compone il volume, indirizzata al suo primo amore, l'affascinante e perduta Elène. Non si tratta però di un semplice reading da un'opera letteraria: deve esserci anche La Capria, accanto a lei, sul palco del Valle. Il narratore, comprensibilmente, recalcitra: «Non è un attore, non lo ha mai fatto! Come può esordire a ottantasei anni? E come può lei, che è una donna, appropriarsi di una lettera scritta da un uomo?». Ida Di Benedetto non demorde. Una lettera appartiene tanto a chi la scrive quanto a chi la riceve. La reciterà, mostrando come risuoni nella mente e nelle emozioni della sua destinataria. Incitata da La Capria, dà inizio all'esperimento. Si svolge così il filo di una lontana e struggente storia d'amore fra due adolescenti degli anni Trenta, intervallata da confessioni, aneddoti, divagazioni. Sempre più convinto dall'interpretazione che Ida Di Benedetto gli offre delle sue stesse pagine, La Capria pian piano abbandona la diffidenza e scopre sfumature di quella storia che lui stesso, che l'aveva raccontata, non aveva nemmeno sospettato. È il potere di questo piccolo «teatro privato» che il pubblico si può godere nel suo stesso materializzarsi, mentre l'avventura della bella Elène e del suo timido amante procede verso la sua ineluttabile fine.

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